Project Description
Mario Schifano (Homs 1934 – Roma 1998), When I remember Giacomo Balla – New York City 1964
Smalto grafite e collage su carta di cm 67,5 x 56,5 intitolata e datata in basso a destra. L’opera risulta archiviata presso l’Archivio Generale dell’opera di Mario Schifano, curato da Monica Schifano, con autentica rilasciata in data 12/04/2010.
INFO: per avere maggiori informazioni
Mario Schifano è un artista e pittore italiano molto apprezzato a livello internazionale per la continua sperimentazione artistica oltre che per l’apertura ad una via italiana verso la pop-art. Trasferitosi a Roma con la famiglia dopo la fine della guerra, il giovane Schifano inizia la sua attività artistica come pittore. Le sue prime opere risentono dell’influenza dell’Arte Informale ed inaugura la sua prima personale nel 1959 alla Galleria Appia Antica di Roma. Già dall’anno successivo, la pittura di Schifano subisce una svolta radicale. L’artista dipinge quadri monocromi; delle carte ricoperte di un solo colore uniforme e superficiale quasi una sorta di schermo nel quale si annullano tutti gli eventi e tutti gli oggetti. Nel corso del 1962 Schifano visita gli Stati Uniti dove entra in contatto con Andy Warhol ed il movimento della Pop Art, restando molto affascinato dall’opera di Dine e di Kline. In quel periodo alcune sue opere saranno esposte alla mostra The New Realist alla Sidney Janis Gallery di New York dove a confrontarsi con i nouveaux réalistes europei (Schifano, Arman, Christo, Hains, Klein, Raysse, Rotella, Spoerri e Tinguely) non sono più gli esponenti storici del neodada americano quali Johns, Rauschenberg, Stankiewicz e Chamberlain ma la nuova generazione destinata ad esplodere sotto l’insegna della Pop Art ovvero Warhol, Jim Dine, Indiana, Lichtenstein, Oldenburg, Rosenquist, Segal, Thiebaud e Wesselmann. Dopo aver allestito diverse personali in alcune delle grandi città europee quali Roma, Parigi e Milano ritornerà negli Stati Uniti sul finire del 1963.
Proprio nel 1963 si rompe il rapporto tra Schifano e la mercante Ilena Sonnabend che lo aveva imposto al mercato americano. I suoi “Incidenti” e “Paesaggi anemici” diventano famosi e, al vertice della sua carriera, cessa la produzione dei quadri monocromi e inizia a rivisitare i maestri del passato, dai classici alle avanguardie. Ecco “When I Remember Giacomo Balla”, serie di omaggi al grande futurista nella quale rientra l’opera qui presentata eseguita nel 1964.
Tornato dagli USA, Schifano ritrova la tecnica del passato ma più precisamente una sua personale figurazione del passato. Attraverso la rivisitazione della storia dell’arte Schifano comincia a lavorare per cicli tematici. È il periodo che va dalla fine degli anni ’60 alla metà degli anni ’70 in cui i paesaggi diventano sempre più sintetici e gestuali conducendo i suoi lavori verso i celebri Paesaggi Anemici. Nel 1971 partecipa alla mostra Vitalità del negativo nell’arte italiana 1960-70, curata da Achille Bonito Oliva ed è presente alla X Quadriennale di Roma.