Project Description
Giovanni Battista Amendola (Episcopio di Sarno 1848 – Napoli 1887), I due cavalieri rivali
Coppia di sculture in bronzo di cm 52 x 16 x 25 ( cavaliere poeta ) e cm 50 x 22 x 18 ( cavaliere musicista ) entrambe firmate in basso sul retro.
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I due personaggi in abito settecentesco, che rimandano a un’atmosfera cortese, sono i protagonisti di una benevola competizione. Il primo cavaliere si cimenta in una prova di canto o di poesia mentre il secondo fa sfoggio delle sue qualità di musicista. I due bronzi devono essere considerati un pendantindivisibile in quanto la corretta fruizione dell’opera avviene esclusivamente dalla presenza di entrambi i personaggi. Medesima coppia, in bronzo, è in collezione Croce, oggi visibile a Palazzo Filomarino di Napoli sede dell’Istituto italiano per gli Studi Storici, fugando così ogni dubbio su tale affermazione.
La coppia formante un’unica opera di proprietà di Benedetto Croce fu pubblicata nel 1922 in “Vita e Opere di Giovan Battista Amendola” a cura di Filippo Abignente e Mariano Orza (Abignente-Orza 1922, tav. nn. 3250 – 3251). Su entrambi i bronzi Amendola appone la data 1879, anno che coincide con la sua partenza per Londra (Irollo 2007, p. 92).
L’autore, probabilmente, realizzò la coppia di bronzi poco prima che lasciasse l’Italia per l’Inghilterra, dove, sorretto dall’amicizia del pittore Alma Tadema, scolpì numerosi ritratti, acquistando fama di artista raffinato e alla moda, specialmente nel delineare figurine-ritratto di signore inglesi, modellate con delicata grazia ed eleganza; del resto Amendola aveva già dimostrato, in anni precedenti, un certo interesse per il Settecento. Ricordiamo che egli nel 1871 realizzò Pergolesiper il teatro Verdi di Salerno, e nel 1874 alla VII Esposizione della Promotrice di Napoli presentò “L’innamorato del secolo XVIII del 1870”.
È ipotizzabile che Amendola nel desiderio di voler rappresentare il suo musicista del Settecento abbia utilizzato come modello figurativo Paisiellodi Stanislao Lista del 1861, presente nel Teatro San Carlo di Napoli, del resto evidente è la somiglianza fisionomica fra il cavaliere con il liuto di Amendola e “Paisiello” di Lista, nonché identica è la pettinatura e simile è l’abito. Tali somiglianze sono riscontrabili anche nei dipinti e nelle incisioni a stampa che raffigurano il compositore di origini pugliesi. Questi due esemplari sono inediti.