Project Description

Giacomo Balla (Torino 1871- Roma 1958), Progetto per scialle dipinto commissionato da donna Franca Florio

Matita su carta di cm 54 x 76, databile al 1925

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Pubblicazioni

Giacomo Balla. Studi ricerche oggetti, catalogo della mostra tenutasi al Museo di Castelvecchio di Verona, febbraio – marzo 1976, a cura di Luigi Marcucci, con introduzioni di Licisco Magagnato e Elica Balla, p. 98, n. 72.

Giacomo Balla. Dall’Autospalla all’Autodolore. Opere 1902 – 1947, catalogo della mostra tenutasi alla Galleria Arco Farnese di Roma, 16 novembre 1994 – 15 gennaio 1995, a cura di Luigi Marcucci, con introduzione di Maurizio Calvesi, p. 64, n. 63a.

Una vena di fantasioso e gioioso lirismo pervade fino alle soglie del ’30 le opere tardo futuriste di Balla: studi, abbozzi, progetti per oggetti poi realizzati o solo sognati popolano la produzione dell’artista torinese caratterizzata da un’applicazione particolare e funzionale, spesso articolata in sistemi decorativi simmetrici, incrociati, stellari, modulari, con una ricchezza incontenibile di procedimenti e scelte stilistiche. Il manifesto della Ricostruzione Futurista dell’Universo, ideato e firmato nel 1915 assieme a Fortunato Depero, aveva infatti segnato una svolta decisiva nell’elaborazione dell’estetica futurista. I due artisti avevano propugnato il superamento della dimensione puramente pittorica in vista di un rinnovamento che deve coinvolgere tutti gli aspetti dell’arte e della vita, in “una fusione totale per ricostruire l’universo rallegrandolo, cioè ricreandolo integralmente”.

Giacomo Balla

Da questo momento Balla avvia sperimentazioni innovative in numerosi settori, dalla pittura alla grafica, dalle arti decorative al teatro e alla moda: la sua casa, prima ai Parioli e poi in via Oslavia a Roma, diventa una vivacissima fucina nella quale progettare, inventare e costruire mobili, arredi, abiti e accessori colorati, allegri e magici. Proprio in questa rinnovata ricerca si inserisce l’opera qui presentata, significativa anche per la committenza ricevuta dal futurista: nel 1925, infatti, la celeberrima signora Franca Florio, uno dei personaggi più noti della belle èpoque, chiese a Balla il disegno per uno scialle avente la civetta come motivo di base. L’artista torinese disegnò l’articolo alternando la raffigurazione naturalistica sintetica con una forma astratta che modificasse lo spazio circostante l’uccello rapace notturno in una modulazione di superfici dinamiche. L’esecuzione fu curata personalmente da Balla, che si occupò personalmente della stampa sulla seta dei modelli in cartone da lui disegnati. Questo progetto su carta, proveniente dalla collezione Marcucci, così fresco nella esecuzione, ci dà la misura dell’abilità di Balla, valente disegnatore anche nelle arti applicate: la raffigurazione naturalistica-sintetica con una forma astratta modifica lo spazio circostante la civetta in una modulazione di superfici dinamiche che affollano in un vorticoso turbinio la parte alta del supporto cartaceo.