Project Description
Biagio Biagetti (Porto Recanati 1877 – Macerata 1948), La storia del pane
Opera composta da quattro tempere su carta di cm 20 x 115 (“Marzo” e “Maggio”) e di cm 19 x 124 (“Aprile” e “Febbraio”) eseguite nel 1905.
INFO: per avere maggiori informazioni
Pubblicazioni
Mauro Marconi et al., Le città di Biagio Biagetti, catalogo della mostra tenutasi a Recanati (11 maggio – 30 settembre 2009), Tecnostampa Loreto, 2009, fig, n. n.
L’opera artistica di Biagio Biagetti, pittore di cicli di affreschi di grande formato di soggetto sacro – si ricordino, a titolo di esempio, le decorazioni delle Cappelle Slava e del Crocifisso nella Basilica di Loreto e della Cappella di Santo Stefano della Basilica di Sant’Antonio a Padova – nonché dal 1921 primo direttore dei Musei Vaticani, è una delle più interessanti della prima metà del Novecento. Gli inizi della carriera artistica di Biagetti sono legati al suo rapporto con Ludovico Seitz, pittore impegnato ad affrescare, negli anni di fine Ottocento, la grande cappella tedesca del santuario di Loreto. Seitz, che alloggiò per diversi periodi in una pensione di proprietà del padre di Biagetti, scoprì ben presto il talento artistico del giovane Biagio e lo incoraggiò ad iscriversi all’Istituto di Belle Arti di Roma. Nel 1900 Biagetti si diplomò brillantemente e, tornato nella sua cittadina, incominciò a ottenere incarichi da famiglie di rango della zona, come i conti Leopardi e Massucci di Recanati e gli Emiliani di Montelupone, per i quali dipinse nel 1906 un ciclo di affreschi intitolato “La storia del pane”, noto anche con il titolo “Le quattro stagioni”.
L’insieme della decorazione è un “quadretto” pittoresco molto realistico, spontaneo, della vita campestre marchigiana dell’epoca. I quattro quadri in cui è suddivisa l’opera, le quattro stagioni appunto, non possono dirsi propriamente l’uno la continuazione dell’altro, sia per la disposizione sulle pareti della sala, uno per parete, sia per la differenza sostanziale d’ambiente e quindi di colore: sono, invece, quattro quadri distinti e separati che nonostante ciò costituiscono un insieme omogeneo nel quale è legante l’elemento umano, l’uomo di campagna che, all’epoca della progettazione e della esecuzione dell’opera, è ancora l’elemento trainante dell’economia regionale e nazionale. Analoga vividezza espressiva presentano le quattro tempere qui presentate, cartoni preparatori degli affreschi realizzati per la sala da pranzo del palazzo Emiliani di Montelupone, premiati con la medaglia d’oro alla Mostra Nazionale di Macerata del 1905. Le quattro stagioni interpretate attraverso il ciclo vegetativo del grano, dalla semina fino alla produzione del pane, inquadrate da flessuosi tralci di gusto Liberty, rivelano l’eclettica cultura del maestro piceno.