Project Description

Piero Dorazio (Roma 1927 – Perugia 2005), Fluted II

Olio su tela di cm 40 x 50. Sul retro, firma, titolo e data (1967) con etichetta della Galleria d’Arte Malborough di Roma.

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Bibliografia: Dorazio. Catalogo ragionato delle opere, Alfieri, 1977, n. 957.

“I suoi quadri astratti sono intricate composizioni di colore, linea, spazio e forma, di fascino indiscutibile, spesso ravvivati dall’esperimento, che non si vergognano di un eventuale marchio di decoratività, e pieni di problemi puramente pittorici: il rapporto fra immagine e sfondo, tra immagine e tela, il potenziale emotivo del tratto, che, se non barocco, è per lo meno in perpetuo movimento, il dialogo tra metodo pre – concepito ed intuizione. Tutto questo ed i suoi titoli cristallini che, una volta spiegati, sono rivelatori. Questi titoli possono essere autobiografici dal punto di vista del quadro […]” (Rynalds 1986).

Proprio la scansione temporale, l’inesorabile fluire del tempo, le compenetrazioni spazio – temporali, centrali nella produzione artistica di Dorazio, quegli “orizzonti spezzati che tendono ad unirsi oppure a distaccarsi”, secondo la definizione che l’artista stesso diede di queste sue frastagliate campiture lineari di colore, costituiscono il tema di questa tela, datata 1967.

Piero Dorazio

Proprio agli inizi degli anni Settanta, Dorazio realizza una serie di opere dedicate alle ore ( Hora I, II, III ), dalle quali si evince la sua particolare percezione del tempo, già palesata in uno scritto della fine degli anni Cinquanta: “L’orologio di mio nonno era quello di suo padre e così le sue idee da attuare, che limitavano la sua vita fra un oggetto e l’altro […]. Io ho avuto l’orologio in cambio di una giacca a quadri. Distruggo continuamente oggetti, altri ne creo con l’immaginazione, mutando durante ogni frazione di secondo l’ordine e gli aspetti del mio mondo che si muove incerto, in molteplici direzioni”.
L’opera presentata in questa sede si inserisce nel periodo americano di Dorazio, che caratterizzò la definizione della poetica dell’artista romano: dal 1960 al 1969 infatti insegna alla School of Fine Arts dell’Università di Pennsylvania e di altri atenei americani, prima di tornare in Europa, a Berlino, dove insegna alla Deutsche Akademische Austanschdienst.