Project Description
Medardo Rosso (Torino 1858 – Milano 1928), Bambino malato (Enfant malade)
Cera di cm 25,2 x 23 x 18, post 1913. Iscrizione sul retro in basso “A Tilde Favai” e dietro “A Tilde_Milano”
Autentica rilasciata dal’archivio Medardo Rosso, curato da Paola Mola, nel gennaio 2007 e relazione storico – artistica redatta da MariaStella Margozzi, Andreina Draghi e Roberto Cereghino contestuale alla notifica di divieto di esportazione dall’Italia rilasciata nel luglio 2008.
INFO: per avere maggiori informazioni
Pubblicazioni
Medardo Rosso. Catalogo ragionato della scultura, a cura di Paola Mola e Fabio Vittucci, Skira 2009, p. 357, n. III.18
”Come la pittura anche la scultura ha la possibilità di vibrare in mille spezzature di linee di animarsi per via di sbattimenti d’ombre e di luci, più o meno violenti, d’imprigionarsi misteriosamente in colori caldi e freddi, quantunque la materia ne sia monocroma”. Così scriveva Medardo Rosso, un grande maestro del passato, noto per la sua vocazione cosmopolita (soggiornò a lungo a Parigi, lavorando fianco a fianco con Degas e Rodin ed espose a Londra, Vienna, nonché all’Esposizione Universale del 1889) e per la sua attenzione rivolta al mondo dell’infanzia.
Un genere di lavori nel quale Medardo Rosso eccelle sono proprio i suoi ritratti di bambini. Così scrisse Ardengo Soffici: “Nessuno scultore, credo, dopo l’impareggiabile Donatello, ha capito ed espresso così cordialmente i lineamenti e lo spirito di quell’età acerba”. L’opera presentata in questa sede rientra proprio nel corpus di teste di bambini che Rosso ebbe modo di modellare nel corso della sua carriera. In particolare, questa cera è dedicata a Tilde Favai, sorella del pittore veneziano Gennaro Favai (1879-1958), amico dello scultore. Con Tilde Favai (due volte questo nome è inciso sulla cera) Rosso allacciò una corrispondenza a iniziare dal 1913, pertanto è immaginabile che l’opera risalga almeno a questa data o a qualche anno più tardi.
Il tema del bambino malato è stato inserito nel proprio repertorio da Rosso fin dal 1889, allorchè fu ricoverato nell’ospedale parigino Laborisiére. Enfant malade o enfant mourant è, infatti, intitolata la testa che Rosso espone nel 1893 al Salon de Peinture, Sculpture, Dessin di Parigi (opera ricordata da G. Lista, Medardo Rosso. Scultura e fotografia, Milano 2003, p. 91) e poi nel 1910 a Firenze e a Roma nel 1911 in occasione dell’Esposizione Internazionale. Insieme a Bambina che ride (1889), il Bambino malato viene ricordato da Rosso come un’opera in cui “si sente ancora troppo la materia” (intervista di Rosso del luglio 1923 su «La Stampa», riportata in J. De Sanna, Medardo Rosso o la creazione dello spazio moderno, Milano 1985, p. 185). Nelle collezioni della Galleria Nazionale d’Arte Moderna è presente un bronzo tardo dello stesso soggetto acquisito in occasione della donazione allo Stato da parte del figlio Francesco del 1931, decisamente inferiore nella realizzazione. Esistono, tuttavia, altri esemplari del “Bambino malato”, di cui un altro bronzo nella Galleria d’Arte Moderna di Milano, alcuni gessi al Museo di Barzio, alcune cere tra le quali quella del Museo di Barzio e quella dei Musei Vaticani. Tuttavia, anche in considerazione della ottima fattura dell’opera e del suo stato di conservazione, si ritiene la versione qui presentata ragguardevole, utile per aggiungere un tassello importante alla produzione artistica dello scultore piemontese.