Project Description
Lia Sicher Dall’Oglio ( Venezia 1893 – Roma 1976 ), Le esplorazioni di un balilla
Olio su tavola di cm 70 x 82 firmato ( Lia Dall’Oglio Sicher ) e intitolata sul retro.
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«La Dall’Oglio è veneziana, ed è già un bel privilegio per una pittrice moderna; il suo curriculum è costellato di partecipazioni alla vita artistica di ieri e di avant’ieri. Gli anni della sua formazione sono gli anni in cui la nostra arte si libera dall’accademia, sente e interpreta le maggiori conquiste della cultura europea: i protagonisti sono ben noti; ma qui possiamo sceglierne alcuni per tracciare un approssimativo filone nel quale la Dall’Oglio ha affondato le sue radici, quel filone insomma che va da Spadini alla Scuola Romana, da Carena a Casorati, da Carrà a Tosi: una stagione difficile perciò, quella in cui la nostra pittrice si è mossa, sviluppando la propria sensibilità ed inseguendo con molta fermezza il proprio tracciato. La fermezza con cui la Dall’Oglio ha sviluppato il proprio discorso artistico aperto a tutti i generi, esperto nella figura come nel paesaggio o nella natura morta, è di quel tipo fatto tutto di consapevolezza, di sensibilità a ciò che la cultura del proprio tempo porge per accrescere, assieme alla propria conoscenza, anche il proprio dono».
Con queste parole Guglielmo Pietroni, nel testo pubblicato all’interno del catalogo della mostra dedicata dalla galleria Sylvia di Roma a Lia Sicher Dall’Oglio nel 1969, tentava di tracciare la formazione della pittrice, individuandone i punti di riferimento, le radici culturali, i modelli presi ad esempio per la definizione del suo stile pittorico.
Il dipinto presentato in questa sede, ‘Le esplorazioni di un balilla’, non si ferma infatti alla retorica ed altisonante celebrazione dell’educazione scolastica impartita del regime fascista, ma si inserisce in quell’atmosfera sospesa, pastello, tenue, tipica di certo realismo magico che evoca la pittura del Casorati, non a caso menzionato dal Petroni nel saggio dedicato alla Dall’Oglio Sicher riportato sopra. L’opera infatti ricorda il dipinto Gli scolari eseguito tra il 1927-28 dal maestro lombardo: i libri e il mappamondo, strumenti della conoscenza per il giovane studente, ritornano anche in questa composizione della Dall’Oglio Sicher, dove la finestra con la tenda scostata garantisce una fonte di luce che pone in evidenza il roseo incarnato del piccolo balilla.
Nata a Venezia, ma residente a Roma per tutta la sua vita, autodidatta o quasi, Lia Dall’Oglio Sicher, nella prima giovinezza ha frequentato gli studi, dapprima, del pittore Egisto Lancerotto, ed, in seguito, del maestro Antonio Barrera. Presente a quasi tutte le Mostre del Sindacato di Belle Arti del Lazio, a molte Quadriennali, alle Esposizioni «Concorso del Ritratto» a Sanremo, al Riverside Museum di New York e all’accademia Tiberina, la pittrice ottiene una menzione onorevole al «Concorso femminile del Ritratto» a Sanremo nel 1938 ed un premio speciale alla Mostra Internazionale Europa dell’Arte allestita all’Accademia Tiberina, nel 1966.