Project Description
Giorgio Lucchesi ( Lucca 1855 – 1941 ), Natura morta con uva e funghi
Olio su tela di cm 57 x 81 firmato ( G. Lucchesi ) e datato ( 1908 ) in alto a destra.
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«Quadro di frutta, nel caso di Lucchesi, non vuol dire soltanto natura morta. Egli cominciò, senza precedenti che noi sappiamo, a dipingere frutta ancora sulla pianta, all’aria aperta: grappoli d’uva pendenti carichi di succo e di luce dal tronco contorto e nodoso della vite, solitaria o avvinta al pioppo, contro un cielo terso e metallico; o tesi in tralci contro un muro logoro e assolato. In tal modo creava un genere tutto suo, in cui univa la materia della natura morta con la inquadratura del paesaggio. Al tempo stesso, per l’atteggiamento distaccato assunto dinanzi all’oggetto, indagandone sottilmente la qualità della materia e del colore e il prendere posa nello spazio come elementi del suo natural carattere, egli eseguiva dei veri e propri ritratti di frutta; li dava in grandezza naturale, campeggianti in una luminosa profondità spaziale, in enormi tele, mostrando di voler innalzare l’argomento umile sul piano del quadro di storia.
Così Luisa Marcucci si soffermava nello studio monografico sul pittore toscano, condotto nel 1955, nell’anno del centenario dalla nascita del Lucchesi, sulla frequentazione del genere della natura morta da parte del maestro toscano, del quale questa superba composizione con uva e funghi incarna uno dei risultati più felici. Nato a Lucca nel 1855, Lucchesi fin dall’infanzia dimostrò la sua vocazione per l’arte. Iscritto all’Accademia di Belle Arti di Lucca, divenne scolaro e collaboratore di Luigi Norfini, pittore di battaglie e ritrattista. Appartato, schivo e solitario, non volle mai allontanarsi dalla sua Lucca, nemmeno quando divenne pittore noto e apprezzato attraverso le esposizioni cui partecipò: le Biennali di Venezia, le Internazionali di Roma, Parigi, Monaco di Baviera, le Nazionali di Torino, Milano, Palermo, Livorno. Alle esposizioni spesso fu premiato, come in quella di Roma del 1895 – 96, curata da Adolfo Venturi. Socio ordinario dell’Accademia Lucchese di Scienze, Lettere ed Arti, si appassionò alle questioni artistiche e urbanistiche che riguardavano la sua amata città.