Project Description
Francesco Camarda ( Palermo 1866 – 1962 ), Sperduto
Olio su tela di cm 31 x 36 firmato ( F. Camarda ) in basso a destra
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«All’ultima Esposizione palermitana della ‘Pro Patria Ars’ il pittore Francesco Camarda ha ottenuto vivissimo successo con diverse tele animaliste. ‘Sperduto’, di forza palizziana, è stato acquistato da quella Galleria d’Arte Moderna». Con questo breve comunicato, sulle colonne della rivista d’arte Emporium, nel 1919 si dava notizia del successo registrato dal pittore siciliano Camarda, definito da Marangoni “animalier di grazia squisita e di acutissima facoltà di osservazione”, artista apprezzato a tal punto dai suoi contemporanei da meritarsi una personale all’interno della mostra del primo centenario della società Amatori e Cultori di Roma, tenutasi nel 1931.
Proprio del suo ‘Agnellino’, piccolo capolavoro acquistato dalla Galleria municipale di Palermo, questo olio su tela rappresenta un’ulteriore versione, eseguita dal maestro siciliano con analogo “raro segreto delle privilegiate nature artistiche: quello di saper rendere a un tempo le qualità plastiche e pittoresche della forma”.
Dopo il periodo di formazione trascorso alle Accademie di belle arti di Palermo e Firenze, Camarda nel 1910 presenta al Pensionato di Roma i dipinti “Adolescente in riva al fiume” e “Operai che battono il ferro sull’incudine”, opere che gli valgono il primo premio, registrando così il suo primo grande successo. In seguito, partecipa alle principali esposizioni italiane ed estere con dipinti di figure o a soggetto agreste. L’arte di Camarda, del quale molte opere sono conservate presso la Galleria d’Arte Moderna di Palermo, sfugge ad ogni facile classificazione: ottimo disegnatore e colorista vivace, si dedicò alla figura, nudo e ritratto, ed alla rappresentazione degli animali, pittura già portata alla dignità di “genere” dai fratelli Palizzi, rappresentanti di una pittura come procedimento di indagine verista che tanta influenza avrà su altri pittori siciliani, primo di tutti Francesco Lojacono.
I lavori di Camarda, di vaga derivazione morelliana, sono caratterizzati da edonistiche esuberanze formali in accensioni cromatiche di schietta impronta mediterranea e sembrano tuttavia rappresentare “la conclusione di alcuni aspetti di quella tradizione pittorico-decorativa che in Sicilia affondò radici negli estrosi ed abilissimi affrescatori del Settecento” ( R.Collura).