Project Description
Enrico Coleman (Roma 1846 – 1911), Coppia di cavalli con buttero
Acquarello su carta incollata su cartone di cm 35 x 52 firmato (H. Coleman) e situato (Roma) in basso a sinistra.
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Figlio di Charles Coleman, pittore inglese stabilitosi nella Città Eterna, Enrico seguì le orme del padre, e ben presto dimostrò abilità che lo portarono ad eguagliare prima e a superare poi il successo raggiunto da Charles. Di carattere calmo e assorto, visitò e osservò l’intera regione laziale in tutti i suoi territori più e meno noti, dedicandosi soprattutto alla rappresentazione dei cavalli, cogliendone il carattere e l’articolazione del movimento con una verità straordinaria.
Al di là ed al di fuori dello studio dal vero, che contraddistinse tutta la sua attività, troviamo nell’opera di Enrico, solo verso gli anni Novanta, l’adesione a “mode artistiche” del momento, con una virata verso il mondo fantastico del Böcklin. Anche se il contatto con un indirizzo artistico estraneo al suo verismo, corre sempre lungo il filo conduttore di un credo pittorico animalista.
Il regno animale caratterizza le sue migliori scene di paesaggio, protagonista indiscusso della sua poetica, come nell’acquarello qui presentato, tecnica adottata prevalentemente dall’artista nel corso della sua carriera, dove un buttero in sella a un cavallo al centro della composizione, traina un puledro bianco. L’azione si svolge in una giornata bagnata dalla luce del primo meriggio in un lembo incontaminato della campagna romana, teatro della ricerca artistica condotta da Enrico Coleman che proprio nel genere dello scenario rurale individuò la sua cifra estetica, ponendosi a capo della corrente naturalistica della pittura romana della seconda metà dell’Ottocento. La sua fedeltà al tema della natura, perseguita durante tutta la vita, fu così tenace e costante a tal punto da indurre gli artisti che, nel 1904, dettero vita al gruppo dei “XXV della Campagna romana”, ad attribuirgli la presidenza del sodalizio.
Tra le numerose opere di Coleman conservate a Roma, si segnalano Via Appia antica (1909, Gall. dell’Accad. di S. Luca); Desolata campagna romana (Gall. naz. d’arte moderna); e, interessante testimonianza della sua passione di naturalista, l’acquarello Orchidee dei dintorni di Roma (1894, Museo di Roma) e l’album di tempere Orchideomania Birmana (1893-1910, Gabinetto naz. delle stampe).