Project Description
Attilio Torresini (Venezia 1884 – Roma 1961), Supplice
Terracotta di cm 35 x 30 x 30 firmata (A Torresini) all’interno e, sulla base, datata (1926), situata (Roma) e intitolata.
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Il volto semplificato di una giovane donna che evoca i modelli classici della statuaria greca arcaica, una kore moderna che mostra la bellezza del volto femminile nel mistero di una “imago” che sfugge a una visione predefinita e accresce la sensualità della donna, accantonate le influenze liberty, superate a favore di un modellato ad ampie superfici dove la luce agisce in un’equilibrata alternanza di pieni e vuoti che evidenziano i tratti del volto e dell’acconciatura.
È un meditato classicismo quello che anima il programma artistico di Attilio Torresini negli anni Trenta, periodo di soggiorno dello scultore presso Villa Strohl – Fern, laboratorio di riflessione artistica frequentando il quale Torresini diviene sostenitore del recupero della tradizione come via per il rinnovamento dell’arte. L’opera presentata in questa sede ritrae Angela Colasanti, modella originaria di Anticoli Corrado, che Torresini sposa nel 1927: una sua “Testa muliebre” l’anno precedente era stata scelta da Margherita Sarfatti per la I Mostra del Novecento italiano. La Colasanti diverrà la sua musa ispiratrice, perfetto modello iconografico per un classicismo che non subirà fratture, nella rinnovata attenzione per la figura come protagonista della scultura, elevando lo studio del nudo a costante della sua produzione.
Anche in questo caso, il trattamento della terracotta eguaglia i risultati raggiunti dall’adozione del bronzo, accentuando un modello sintetico e arcaizzante ripreso dagli etruschi ma, a differenza dei contemporanei esiti in Marino Marini, la ricerca è volta a un estetismo idealizzato. Più che a un’indagine del reale, l’artista mira a un elegante equilibrio formale: la posa articolata della figura, l’indulgere sulle curve proporzionate del viso, l’acconciatura di sapore classico riflettono un recupero dell’antico destinato a divenire, come in molta produzione del periodo, un ritorno all’ordine, reazione allo stravolgimento dei movimenti antipassatisti delle avanguardie del primo Novecento.
Nella seconda parte del suo percorso artistico, Torresini partecipa alle maggiori mostre italiane e ha una sala personale alla IV Quadriennale del 1943. Il suo lavoro, frattanto, si è definito nell’assimilazione di una maggiore severità arcaizzante. Nel 1965 la IX Quadriennale allestisce una retrospettiva con un gruppo di bronzi realizzati fra il 1958 e il 1962. Tra gli scultori attivi a Roma tra le due guerre è certamente il più vicino alla svolta “purista” dei pittori della prima fase della scuola romana. La poesia intima, garbata, dei suoi ritratti, dei quali questa testa è fulgido esempio, e dei suoi nudi configura una struttura compositiva libera sia dai residui delle stilizzazioni Liberty sia da ogni tipo di retorica monumentale.