Project Description
Amedeo Bocchi (Parma 1883 – Roma 1976), Capanne lungo il canale
Olio su tavola di cm 15 x 24,5 firmato (A Bocchi) e datato (1922) in basso a sinistra. Sul retro, presente la seguente dedica “A Federico de Lauca collezionista intelligente. Amedeo Bocchi. Terracina 1932”.
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Formatosi alle lezioni di Cecrope Barilli presso l’Accademia di Belle Arti di Parma, nel 1902 completò la propria formazione a Roma, presso la Libera scuola del nudo. La prima produzione romana di Amedeo Bocchi è fortemente influenzata dal realismo sociale di matrice socialista. Il tema della lotta di classe, degli ultimi e dei diseredati accompagna però allo stesso tempo le prime attenzioni dell’artista verso il ritratto femminile. Contemporaneamente, si dedica ad una serie di decorazioni in aria parmense che già denunciano la sua tendenza verso una pittura bidimensionale e di respiro secessionista. Il simbolismo fa capolino in alcuni ritratti che insistono sempre su un uso elegante e espressivo della bidimensionalità.
Intanto, la sua attività espositiva si svolge soprattutto alla Biennale di Venezia, alle mostre degli Amatori e Cultori di Roma e alle Esposizioni romane e fiorentine. Molto importante è la fase in cui Amedeo Bocchi frequenta Terracina e le Paludi Pontine per tutto l’arco degli anni Dieci del Novecento. Il paesaggio e le scene di vita agreste entrano nel suo repertorio, sempre caratterizzato da accenti simbolisti e da una particolare attenzione verso la figura femminile.
Tra il 1911 e il 1919, ma poi anche negli anni Venti, i soggiorni estivi di Amedeo Bocchi a Terracina si fanno sempre più frequenti. Inevitabilmente viene a contatto con la dura realtà agricola della campagna romana e si avvicina di nuovo al tema del lavoro. Ma gli interessa anche la luce, modulata seguendo le variazioni atmosferiche e temporali, sempre ad illuminare volti e corpi femminili. Esprime una forte dimensione intima, anche quando ritrae il lavoro e le attività quotidiane. Ne è esempio il dipinto del 1926, custodito a Parma nelle collezioni d’Arte Cariparma e Piacenza, un olio su tela dal titolo “Cavallo su zattera”, del quale l’opera qui presentata può essere considerata uno studio preliminare. Infatti, la piccola tavola, donata dall’artista nel 1932 al suo medico personale Federico de Lauca, presenta le stesse capanne che ritroviamo sul fondo del dipinto parmense: dimore rudimentali di fortuna che punteggiano il territorio dell’agro pontino, riportato sulla tavola dal pittore mediante l’impiego di dense e pastose spatolate cromatiche.