Armando Spadini
(Firenze 1883 – Roma 1925)
biografia, valutazione gratuita, vendita e acquisto quadri
Parametri di valutazione delle opere di Armando Spadini
Aggiudicazione record:
94.198 euro per un olio su tela di cm 92 x 76 nel 1990
Valori medi per dipinti ad olio:
3.000 – 20.000 euro
Valori medi per opere su carta:
500 – 2.000 euro
SPADINI Armando, pittore (Firenze 1883 – Roma 1925). Quarto figlio di Luigi, ottico e Maria Rigacci, sarta, studia all’Istituto tecnico Dante Alighieri. Bocciato, viene messo dal padre a bottega per quattro anni presso i Fratelli Torelli, ceramisti e poi nel 1897 iscritto alla scuola professionale in piazza Santa Croce, che frequenta proficuamente per tre anni.
Nel 1898 si era intanto iscritto alla Scuola Libera del Nudo, presso l’Accademia fiorentina di Belle Arti, dove conosce Ardengo Soffici e Giuseppe Graziosi.
Nel 1901 vince il secondo premio al Concorso Alinari per l’illustrazione della Divina Commedia, vinto da Albereto Zardo. Avevano partecipato molti giovani promettenti come De Carolis, Cambellotti, Costetti etc.
Al 1902 risalgono i suoi primi oli (autoritratti o ritratti di famigliari). Vengono esposte agli “Amatori e Cultori” di Roma le sue illustrazioni per la Divina Commedia nella sezione del Bianco e nero.
Presentato da De Carolis, di cui era diventato amico, entra a far parte nel 1903 del gruppo del “Leonardo”, dove conosce Prezzolini, Giovanni Papini, Emilio Cecchi ed esegue le sue prime xilografie.
Chiamato alle Armi viene destinato nel 1904 prima a Napoli e poi a Benevento. Mantiene i contatti con gli amici del “Leonardo”, dove continuano ad apparire suoi disegni e xilografie. Finito il servizio militare torna a Firenze nel 1905 e prende uno studio in piazza Donatello. L’anno successivo si materializzano diversi eventi; innanzitutto conosce Pasqualina Cervone, allieva di Fattori, che due anni dopo diventerà sua moglie; poi collabora con De Carolis alle illustrazioni dell’ “Hermes” di Borghese e realizza la copertina della nuova serie del “Leonardo”; infine espone alla Promotrice fiorentina con lusinghieri giudizi di Papini.
Nel 1909 espone nuovamente alla Promotrice Fiorentina, vincendo un premio in denaro e vince altresì il Pensionato Artistico Nazionale che gli viene assegnato per il biennio 1910-1912.
Nel 1910 si trasferisce a Roma, dove nasce la figlia Anna. Collabora con De Carolis ad una serie di pannelli mitologici destinati a decorare i soffitti di Palazzo Kalinderu a Bucarest ed ai cartoni per la decorazione del Palazzo del Podestà a Bologna. L’anno dopo si trasferiscono a Roma l’amico Emilio Cecchi (chiamato a collaborare alla rivista “Tribuna”) con la moglie pittrice Leonetta Pieraccini, che lo faranno entrare in contatto con l’ambiente intellettuale della storica terza saletta del caffè Aragno.
Nel 1912 nasce il figlio Andrea e nel 1913 espone tre dipinti alla Prima Secessione Romana, di cui due vengono acquistati dallo Stato. L’anno dopo nasce la figlia Maria e nel ’15 partecipa alla III Secessione Romana con in gruppo di dieci opere. Richiamato alle armi dopo l’entrata in guerra, espone nuovamente alla IV Secessione Romana, tenuta in forma ridotta nel 1917. Ojetti e Signorelli gli acquistano alcuni dipinti. Si manifestano i primi sintomi di quella nefrite che lo porterà alla tomba.
Congedato nel 1918 partecipa con quarantacinque opere alla collettiva della casina Valadier, insieme a Socrate, Oppo, Selva, Pasquarosa ed altri. Frequenta l’anno dopo il gruppo della rivista “La Ronda”, per la quale disegna il tamburino in copertina. Si avvicina a De Chirico ed al gruppo dei “Valori Plastici” ed a fine anno viene nominato Cavaliere della Corona.
Nel 1920 espone a Milano con Carrà e De Chirico. Gli nasce il quarto figlio Raffaele e viene nominato tra i membri dell’Accademia di san Luca. Nel 1921 fa parte del Comitato organizzatore della Prima Biennale Romana.
Nel 1922 espone alla Primaverile Fiorentina con il gruppo “Valori Plastici”, con Carrà, De Chirico, Oppo, Socrate, Moranti, A. Martini; passa l’estate a Civitavecchia dove dipinge la serie dei Bambini e pesci .
Nel 1924 espone alla Biennale di Venezia un’ampia scelta della sua produzione reperita tutta presso i suoi collezionisti, Nunes, Fiano, Malagodi e Signorelli. Malgrado le cattive condizioni di salute si reca personalmente ad allestire la sale, che ottiene un grande successo.
Fa parte del Comitato generale e della Giunta esecutiva della Terza Biennale Romana, ma aggravatosi improvvisamente muore il 31 marzo del 1925.
Biografia a cura di Maurizio Berri
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