Arturo Noci
(Roma 1874 – New York 1953)
biografia, valutazione gratuita, vendita e acquisto quadri
Parametri di valutazione delle opere di Arturo Noci
Aggiudicazione record:
47.488 euro per un olio su tela di cm 110 x 160 nel 1995
Valori medi per dipinti ad olio:
2.000 – 10.000 euro
Valori medi per opere su carta:
1.000 – 3.000 euro
NOCI Arturo, pittore (Roma 1874 – New York 1953). Figlio d’arte (il padre Ercole era scultore in legno, intagliatore e decoratore; la madre Tecla Monacelli, copista dall’antico) frequenta da prima (dal 1887 al 1892) l’Istituto di Belle Arti a Roma, sotto la guida di Filippo Prosperi e poi l’Accademia di San Luca, con un curriculum di studi costellato di premi e riconoscimenti (nel 1896 vince il concorso per il pensionato Stanziati, bandito dai Virtuosi del Pantheon, nel 1897 ottiene la medaglia d’oro al concorso Wersthappen dell’Accademia di San Luca e l’anno successivo vince il Pensionato Catel bandito dall’Accademia stessa).
Esordisce come paesaggista sulla scia di Sartorio e Coleman, con effettti talmente lusinghieri da meritarsi sin dal 1904 l’ingresso nel “Gruppo dei XXV”. Nel 1906 partecipa all’impresa di illustrare i “Castelli Romani” di Edoardo de Fonseca, assieme a Giacomo Balla, Duilio Cambellotti, Giuseppe Ferrari, Pio Joris ed Enrico Nardi, facendolo definire dal critico di Rivalta su Vita d’Arte “il vero poeta delle ville romane”.
A partire da questi anni comincia la sua ricerca sul corpo femminile che lo porterà, in un confronto a distanza con Camillo Innocenti, ad aderire al verbo divisionista, facendone uno degli esponenti di spicco del divisionismo romano. Riesce a fondere la solidità del disegnatore d’accademia con i virtuosismi di un efficace colorismo, esaltato dalla tecnica del colore diviso. “Dipinge – scrive Fagiolo dell’Arco – a strisciate di colore, blocca la luce nelle sue brume, ricerca la linea d’energia”.
Diventa così un peintre mondain, ma al contrario dell’amico-rivale antepone sempre l’analisi psicologica alla rappresentazione della spregiudicatezza e frivola civetteria, propria delle protagoniste della Belle Epoque. Come giustamente osserva Pasqualina Spadini “le giovani donne che dal 1903 al 1910 si svestono nello studio di Noci (via Margotta, 17), appoggiano alla rinfusa i loro abiti sulla seggiola, se ne stanno in poltrona a sfogliare una rivista illustrata, osservano i fiori appoggiandosi al davanzale di una finestra dai vetri invariabilmente chiusi, sfoggiano con pudore e innocenza le loro voluttuose nudità”.
Nel 1907 entra a far parte della Società degli Acquerellisti e nel 1916 viene nominato Accademico di San Luca.
Nel 1923 l’artista si trasferisce definitivamente a New York dove eserciterà sino alla morte,avvenuta precocemente nel 1953 per un incidente automobilistico, la remunerata attività di ritrattista alla moda della ricca società borghese americana.
Biografia a cura di Maurizio Berri
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