Adolf Hiremy Hirschl

(Temesvar 1860 – Roma 1933)

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Parametri di valutazione delle opere di Adolf Hiremy Hirschl

Aggiudicazione record:
58.000 euro per un olio su tela di cm 139 x 229 nel 2004

Valori medi per dipinti ad olio:
4.000 – 8.000 euro 

Valori medi per opere su carta:
500 – 1.500 euro 

HIREMY – HIRSCHL Adolf, pittore (Temesvar 1860 – Roma 1933). Nato in Ungheria si trasferisce fanciullo a Vienna. Qui frequenta l’Accademia di Belle Arti formandosi sotto la guida dei pittori di Storia August  Eisenmenger e Leopold  Karl Muller.

Nel 1882, con L’entrata dei Goti a Roma vince il Rompreis, una borsa di studio per viaggiare e soggiornare all’estero grazie alla quale, dopo un viaggio in Egitto, soggiorna a Roma sino al 1884, portando a termine il quadro La peste a Roma, oggi perduto. Tornato in patria, sotto la suggestione della pittura storica europea e di artisti quali L.Alma Tadema e A. Feuerbach, la sua pittura ha una svolta simbolista di ascendenza bockliniana. Così con Assuero alla fine del mondo del 1888 dilata, in senso simbolico, la dimensione delle precedenti ricostruzioni storicistiche.

Vince numerosi premi e nel 1891 ottiene il più alto riconoscimento viennese, il Kaiserpreis, che gli viene assegnato per il dipinto Corteo nuziale nell’antica Roma. La sua carriera è costellatala un susseguirsi di trionfi; l’apice viene raggiunto nel 1898 con la medaglia d’oro e l’assegnazione del premio Leitemberger per il quadro Le anime dell’Acheronte, in occasione dell’esposizione del Kunstlerhaus per il cinquantenario del regno di Francesco Giuseppe.

Lo scandalo causato nello stesso anno dal matrimonio, celebrato con rito protestante, con una donna divorziata inglese, Isa Rustov, su di un isolotto del Mare del Nord, segna la sua caduta in disgrazia negli ambienti di corte. Trasferitosi in volontario esilio a Roma sotto il nome magiaro di Hiremy trascorre qui il resto della sua vita continuando a dipingere con grande successo, assieme ad un ristretto gruppo di validissimi pittori tedeschi che in quegli anni si erano trasferiti anch’essi a Roma per liberarsi dai vincoli del pomposo eclettismo guglielmino. Questi pittori, che rispondono ai nomi di Max Roeder, Otto Greiner e Sigmund Lipinsky, costituiranno  assieme ad Hiremy, l’ultima generazione di Deutsch-Romers approdati in Italia.

Nel 1899 entra a far parte dell’Accademia di San Luca e nel 1904 espone, alla Società Amatori e Cultori di Belle Arti, più di settanta opere, tra le quali compaiono anche paesaggi e ritratti. L’evento non passa inosservato, tanto che Primo Levi invitava “il buongustaio” ad accorgersi di questa “mostra sì nobile, sì corretta, sì espressiva, tanto nel paesaggio che nella figura…”.

Lasciata l’Italia durante la Prima Guerra Mondiale, torna a Roma dopo il conflitto e inizia a praticare con successo l’arte dell’incisione, tanto da venir chiamato a far parte, assieme agli amici Roeder e Lipinsky, del GRIA (Gruppo Romano Incisori Artisti) fondato nel 1911 da Federico Hermanin, Soprintendente ai Musei di Roma.

Muore nel 1933, con il fisico debilitato dal diabete. La vedova allestisce a Roma due esposizioni postume, una nel 1934 ed una nel 1938, che riscuotono un notevole successo commerciale.

Biografia a cura di Maurizio Berri

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