Project Description

Giulio Turcato ( Mantova 1912 – Roma 1995 ), Il Motociclista o Macchinetta – Premio e medaglie

Montaggio di collage e oggetti su scatola lignea nera di cm 37 x 62 x 15 firmata in basso a sinistra.

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In una deviazione dalla sua ricerca sulla pittura, e in risposta a un manifesto polemico letto in occasione del XII Convegno di Verucchio, nei pressi di Rimini, nel 1962, al quale presero parte numerosi studiosi ed artisti, Giulio Turcato, il quale, animato da un costante impegno politico e sociale, aveva già aderito al Fronte nuovo delle arti, al gruppo degli Otto (1950) – associazione artistica di apertura internazionale – e a Continuità (1960), crea una serie di “opere – strutture” dedicate ai temi legati al successo, alla speculazione economica nel mercato dell’arte, ai rapporti controversi con alcuni critici galleristi che si traducono in una serie di riferimenti al denaro, alle medaglie ed ai premi, distribuiti su una serie di lavori originali realizzati nei primi anni Sessanta.

Con l’utilizzo di monete e figure sgargianti in plastica nell’elaborazione formale delle sue creazioni artistiche, Turcato intraprende di fatto il suo primo esperimento di arte tridimensionale, dando vita a una serie di strutture assemblate a ricreare una sorta di unico grande giocattolo di evidente intenzione ironica: “Macchinette”, “Il Motociclista”, “L’ottovolante”, “Sputnik”, “Con Barattolo” sono solo alcuni dei lavori realizzati fra il 1963 e il 1964, esposti presso la Galleria Il Segno di Roma nel gennaio 1964. Queste opere preluderanno alla creazione di vere e proprie sculture concepite sempre come libere invenzioni formali: basti pensare a lavori quali “La cuccagna”, “Il busto di Santa Caterina” e “La Porta”. Fra questi divertissement, nati per rivendicare un’autonomia nella conduzione della propria ricerca artistica, rifiutando certe interpretazioni forzate della critica di quegli anni, alla quale pure si riconosceva un importante contributo allo sviluppo di alcuni movimenti artistici, spiccano due piccoli motociclisti di latta proiettati, con un meccanismo a molla, verso la conquista della vittoria, celebrata da piccole medaglie.

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Proprio questa singolare costruzione viene riadattata in questa “Macchinetta”, nota anche con il titolo di “Premio e medaglie” – l’opera è pubblicata nella monografia dedicata a Turcato, edita nel 1971 e curata da Giorgio De Marchis ( tav. 14 ) -. Si tratta di una costruzione realizzata con un montaggio di oggetti e collage su legno, esposto con opere analoghe alla già citata personale della Galleria Il Segno di Roma nel 1964. L’icona pop del fiammante e possente motociclista rappresenta l’artista che corre dietro il successo, la conquista di premi della critica e l’affermazione nel mercato dell’arte: le luccicanti sirene del successo sono simboleggiate dalle medaglie scintillanti poste ironicamente alle sue spalle, quasi a simboleggiare che in realtà è il successo, implacabile, ad inseguire l’artista. Il lavoro allude, oltre alle violente polemiche suscitate nel già citato convegno di Verrucchio, anche agli stimoli formali che giungevano dalla lettura della rivista elvetica “Art International”, megafono delle istanze neo – dada, molto popolare in quegli anni a Roma fra i giovani artisti.