Giuseppe Raggio
(Chiavari 1823 – Roma 1916)
biografia, valutazione gratuita, vendita e acquisto quadri
Parametri di valutazione delle opere di Giuseppe Raggio
Aggiudicazione record:
25.916 euro per un olio su tela di cm 70 x 129 nel 2001
Valori medi per dipinti ad olio:
500 – 5.000 euro
Valori medi per opere su carta:
200 – 2.000 euro
RAGGIO Giuseppe, pittore (Chiavari 1823 – Roma 1916). Giovanissimo, interrompe la carriera di ufficiale di marina, che aveva intrapreso su espresso desiderio dei suoi genitori, per dedicarsi all’arte.
Studia pittura all’Accademia di Firenze, dove per mantenersi agli studi dipinge soggetti sacri (per lo più Madonne) ed entra in contatto con un altro giovane che farà parlare di sé: Giovanni Fattori.
Trasferitosi a Roma nel 1848 per studiarvi l’arte sacra, rimane impressionato e commosso dalla desolazione e dalla misera vita degli abitanti della Campagna Romana, diventandone il poetico cantore.
In perfetta sintonia con gli ideali di Nino Costa, di cui era diventato allievo, comincia a battere in lungo e largo la Campagna e le paludi, fissando nei suoi quadri branchi di cavalli selvaggi, bufali ansimanti e butteri al lavoro. Questi ultimi, ritratti con il cappello a cono legato al mento da lacci bisunti, i classici cosciali di pelle di capra e gli occhi arsi dalla febbre, sono i dolenti protagonisti di un’umanità senza speranza di riscatto, scacciati per sempree dai giardini dell’Eden.
Nessuno comprende, quanto lui, la fatale tristezza delle creature condannate a “vivere morendo” nelle Paludi pontine, di cui egli rimane il cantore più sensibile e turbato.
Nel 1869 si sposa con Massima Nori. Continua a mantenere regolari contatti con la sua terra, come dimostrano le costanti partecipazioni, tra il 1844 ed il 1883, alle Esposizioni della Società Promotrice di Genova (nel 1860 espone Il Samaritano; nel 1883 è presente con L’appuntamento e Campagna romana). Nel 1870 viene nominato membro dell’Accademia Ligustica di Genova e nel 1901 socio di merito dell’Accademia San Luca di Roma.
Nel 1887 entra a far parte del sodalizio costiano “In Arte Libertas” e nel 1904 viene associato di diritto al “Gruppo dei XXV”, diventandone il decano. L’anno prima della morte (1915) viene nominato Cavaliere della Corona d’Italia.
A partire dal 1888 espone a quasi tutte le annuali rassegne degli “Amatori e Cultori di Belle Arti”a Roma. Partecipa alle Esposizioni Internazionali di Belle Arti sia nel 1883 che nel 1911. Espone anche alle Biennali di Venezia (1899, 1903).
“Andava girovagando per le sconfinate praterie – scrive il Sapori – sul ciglio dei canali sino ai laghi pontini, a rischio di ammalarsi di febbre. Tornato a Roma dipingeva in uno stanzone nudo, mobiliato con quattro sedie male impagliate, rigido e senza fuoco durante l’inverno. Era un maestro, ma non sapeva di esserlo”.
Biografia a cura di Maurizio Berri
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