Project Description
William Henry Haines (1812 – 1884), Ca’ d’Oro a Venezia
Olio su tela di cm 61 x 101 firmato (W Henry) e datato (non leggibile) in basso a sinistra. Sul retro, etichette che attestano l’esposizione del dipinto ad alcune mostre, e iscrizione recante nome dell’autore e titolo dell’opera.
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Pittore in contatto con la Society of British Artists, la British Institution e la Royal Academy, William Henry Haines può essere considerato degno erede della tradizione del vedutismo veneto. La sua tavolozza restituisce l’atmosfera paludosa della Serenissima, con i suoi celebri monumenti, i suoi tipici scorci, ritratti dal vero con una lirica malinconia. È il caso, ad esempio, di questa straordinaria ripresa della Ca’ d’Oro vista dal Canal Grande, immortalata dal pittore, a metà Ottocento, dopo che l’edificio era stato restaurato dell’ingegner Giovan Battista Meduna per volere del proprietario di allora, Alessandro Trubetzkoi.
A dominare la composizione pensata da Haines è la facciata della Ca’ d’Oro che si caratterizza per la marcata asimmetrica tra la parte sinistra, in cui si sovrappongono tre fasce traforate (portico per l’attracco delle barche al piano terra e loggiati ai piani superiori), e l’ala destra, in cui prevale la muratura rivestita di marmi pregiati con singole aperture quadrate isolate. Il pittore inglese ritrae con un ductus denso e materico l’unico elemento che dà continuità alla facciata, condizionandola e dominandola, il grande cornicione con la soprastante merlatura, e le triple colonnine tortili che percorrono gli spigoli della facciata.
Più che a Canaletto, Haines sembra guardare alla maniera pittorica di un Francesco Guardi, le cui atmosfere sono più rarefatte e distorte, spesso anche più cupe e inquietanti. Da Guardi il pittore britannico eredita una lettura di una Venezia filtrata attraverso i propri occhi, una Venezia carica di tensione e di sentimenti: il risultato è un vedutismo che, nonostante la ricostruzione fedele, ai limiti della visione fotografica, delle architetture dipinte, riesce a suscitare emozioni e a fornire spunti per diverse riflessioni. Questa sensibilità, velata di una sottile inquietudine, rende Haines uno dei poeti del paesaggio, attivi oltremanica, più apprezzati del XIX secolo.