Project Description
Vitaliano Marchini (Melegnano 1888 – 1971), Ardito (Ritratto di uomo), 1919
Scultura in marmo di Carrara di cm 43 x 26 x 15 firmata a destra sulla base: V. MARCHINI
Esposizioni: Palazzo Cucchiari, Novecento a Carrara. Avventure artistiche tra le due guerre, mostra a cura di Massimo Bertozzi, Carrara, 24 giugno – 29 ottobre 2023.
Bibliografia: Novecento a Carrara. Avventure artistiche tra le due guerre, catalogo della mostra a palazzo Cucchiari, Carrara, 24 giugno – 29 ottobre 2023, p. 117.
Provenienza: Milano, collezione Regazzoni; Roma, collezione privata.
INFO: per avere maggiori informazioni
Ardito è una prova magistrale dello scultore Vitaliano Marchini, un marmo bianco appartenente alla collezione Regazzoni datato 1919, ricordato come una delle opere più notevoli dell’artista nell’affettuoso tributo che gli riserva il giornale locale “Il Melegnanese”(1) all’indomani della sua scomparsa. Il titolo potrebbe rimandare agli “arditi”, il valoroso corpo dell’arma di fanteria del Regio Esercito italiano attivo nella Prima Guerra mondiale, durante la quale Marchini si era arruolato prima nel 7° reggimento fanteria e poi negli alpini.
Ardito è eseguito nel periodo in cui Marchini è pienamente consapevole delle proprie possibilità espressive. Sono ormai lontani gli anni degli studi – svolti si può dire da autodidatta – e dei faticosi esordi quando, dopo essere stato garzone di bottega presso lo studio di Luigi Panzeri, nel primo decennio del Novecento aveva timidamente iniziato a prendere parte alle mostre della Permanente.
Notato dalla critica sin dalla sua esposizione di esordio, nel 1906, egli aveva ottenuto i primi successi all’Esposizione Nazionale di Brera nel 1910 con Prime fatiche, aggiudicandosi il Premio Tantardini, e poi, nel 1912(2), sempre a Brera, con il gruppo bronzeo Piccola Madre, con cui aveva ottenuto il Premio Fumagalli di scultura.
Dedito allo stile rifinitissimo di Adolfo Wildt (Milano, 1868-1931), suggestionato dalle forme sintetiche e lisce e dalle linee nette e definite, in questa scultura Marchini dimostra di aver appreso dallo scultore milanese anche, e soprattutto, quella ricerca dell’effetto psicologico del soggetto, così ben espresso pure nel Bimbo malato, esposto alla XII Biennale veneziana del 1920, coevo al ritratto in oggetto.