Project Description
Umberto Peschi (Macerata 1912 – 1992), Paracadutista
Legno di ancetà (ciliegio) intagliato a rilievo di cm 130 x 39 firmato (Peschi) in basso a sinistra. Sul retro, etichette relative all’esposizione dell’opera in diverse mostre tenutesi dagli anni Quaranta agli anni Ottanta del Novecento.
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Esposizioni
XXIII Biennale di Venezia, 1942; Mostra nazionale della pittura e della scultura futuriste, Bologna, Palazzo del Podestà, 1951; Premio Marche 1962, VI Mostra nazionale di arti figurative, Ancona, 1962; Mostra “Appunti sul Movimento Futurista a Macerata”, Amici dell’Arte, 1963; Mostra “Futuristi nelle Marche”, Chiesa di San Paolo, Macerata, 1982; Mostra antologica “Umberto Peschi: sculture: la poetica del tarlo”, Pollenza, 1989
Pubblicazioni
Cat. Premio Marche 1962, p. 114; Cat. G. Binni, Appunti sul Movimento Futurista a Macerata, Amici dell’Arte, Macerata 13-28 giugno 1963; Cat. E. Maurizi, Futuristi nelle Marche, Chiesa del Gesù, Ancona, Chiesa di San Paolo, Macerata, 10 luglio – 31 ottobre; A.C. Toni – Futuristi nelle Marche (ill.ne 174); Cat. A. Valentini Mostra antologica di Pollenza – settembre-ottobre 1989, p. 12 (Pubblicata su volume: G. Di Genova – Storia dell’Arte Italiana del 900 – Generazioni anni dieci – Edizioni Bora (p.19).
Scultore maceratese, Peschi volse la sua ricerca plastica dal fronte figurativo degli anni Quaranta al modulare astratto. Dopo aver frequentato la Reale Scuola di Tirocinio, e l’Istituto d’Arte di Macerata, nel 1937 si trasferì a Roma dove con Bruno Tano e Sante Monachesi ebbe contatti con vari gruppi futuristi, entrandone a far parte. Nelle Marche è stato tra gli animatori dello storico Gruppo Boccioni, che raccolse in sé una generazione di futuristi maceratesi e che fu uno dei prodromi essenziali non solo per il cosiddetto “Secondo Futurismo Italiano”, ma per lo studio e la rivalutazione in chiave critica e storica dell’intero movimento futurista. Presente a tutte le edizioni della Quadriennale di Roma tenutesi dal 1939 al 1959, nel 1940 Peschi partecipa alla XXII edizione della Biennale di Venezia, dove espone il notissimo “Aeroritratto d’aviatore”, un legno a tutto tondo che lo scenografo Dante Ferretti, in virtù della sua grande forza simbolica, scelse per la scenografia del film “Salò o le centoventi giornate di Sodoma” diretto da Pier Paolo Pasolini nel 1975. Quale interprete dell’aeroscultura, lo scultore maceratese partecipa nel 1942 alla Biennale veneziana, con due bassorilievi in legno, “Paracadutista” e “Oasi di pace”, opere che evidenziano la sua eccezionale maestria tecnica coniugata ad una altrettanto potente immaginazione poetica. In particolare il “Paracadutista”, opera presentata in questa sede, è da considerarsi il capolavoro della produzione futurista dello scultore maceratese: nell’alta stele scolpita percorsa da una fascia spiraliforme – una ripresa della città vista dall’alto – campeggia la figura monumentale del paracadutista, autentico idolo modernista capace di congiungere la terra con il cielo.
Presente alla maggior parte delle mostre sindacali italiane e alle manifestazioni futuriste tra il ‘37 ed il ’43, Peschi fu in contatto con Prampolini, Balla, Depero e Licini. Oggi, dopo numerose mostre e pubblicazioni dedicategli, è riconosciuto come uno dei più importanti scultori del “Secondo Futurismo” italiano.