Project Description

Omero Taddeini (Montespertoli 1901 – ?), L’Italia turrita in marcia

Scultura in bronzo di cm 57 x 36 x 32 firmato (TADDEINI) sulla base.

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Nato a Montespertoli (Firenze) nel 1901, Omero Taddeini si dedicò inizialmente allo studio della musica, conseguendo un discreto successo accademico: si diplomò infatti all’Istituto Musicale “Cherubini” della sua città natale. Trasferitosi a Siena nel 1923, si cimentò nella produzione plastica, abbandonando ben presto la sua passione di gioventù, la musica, alla quale preferì, da quel momento in avanti, la scultura. Stabilitosi a Roma, ottenne esiti notevoli alla Scuola d’Arte della Medaglia ed alla Zecca. Tra le sue opere di maggior rilievo, la statua monumentale in marmo, alta circa 4 metri, dell’Ercole vittorioso allo Stadio dei Marmi del Foro Italico di Roma, e un monumento a Cristoforo Colombo realizzato ad Haiti, oggi perduto.

Vincitore di vari concorsi di scultura e medaglistica, partecipò a numerose esposizioni nazionali e internazionali, come la XXII Biennale di Venezia del 1940, dove espose ben ventidue medaglie. Sue opere figurano in musei, edifici pubblici e raccolte private distribuite sia in Italia che all’estero, in particolare a Bari (basamento in pietra della caserma della milizia volontaria, denominata “Pinerolo”), Milano, Roma, Napoli, Salerno (due pregevoli rilievi bronzei per il monumento in stile Liberty ad Arturo De Felice), Sulmona (due pannelli raffiguranti Ovidio e Celestino V collocati nell’ex palazzo Marcone) in Toscana, in Albania e in Libia.

Attivo nella temperie della renovatio imperii di matrice fascista (lo scultore fiorentino scrisse peraltro due saggi importanti sul programma iconografico del regime, “I nuovi valori”, pubblicato nel 1930 e “Arte fascista: Arte per la Massa”, pubblicato nel 1935), Taddeini, con ammirevole senso dello stile, seppe ispirarsi alle più diverse forme storiche, arcaiche, etrusche, romaniche, senza mai smarrire l’originalità dell’invenzione e la vitalità della forma.

Lo dimostra il gruppo scultoreo qui presentato, un’allegoria dell’Italia turrita, nel quale la solenne e ieratica figura della personificazione nazionale, rappresentata nell’aspetto di una giunonica donna con il capo cinto da una corona muraria completata da torri, nella mano destra il fascio littorio, è accompagnata dal profilo di un possente nudo virile, congelato nel suo fermo e risoluto incedere marziale.