Project Description
Nino Bertocchi ( Bologna 1900 – Monzuno 1956 ), Natura morta
Olio su tela di cm 72 x 65, firmato e datato ( 1930 ) in alto a destra.
INFO: per avere maggiori informazioni
Personaggio in vista della Bologna del primo Novecento, laureatosi ingegnere, ma abbandonata ben presto la carriera di architetto, per dedicarsi esclusivamente all’arte figurativa, Nino Bertocchi si forma come pittore essenzialmente da autodidatta, guardando ai macchiaioli toscani, a Courbet ma soprattutto a Paul Cezanne, suo maestro ideale, e al contempo studiando approfonditamente le mostre che recensisce nella sua attività di giornalista e critico d’arte militante.
Fervido sostenitore dei valori tradizionali dell’arte, tetragono alle lusinghe della avanguardie, incurante del rischio di restare isolato sulla scena artistica, si dedica soprattutto alla pittura di paesaggio, trovando in questo genere pittorico il modo di esprimere il suo sentimento, quasi religioso, per la natura.
Titolare della cattedra di scenografia all’Accademia di Belle Arti di Bologna, dove insegna dal 1940 fino alla morte, ombroso e schivo di carattere, Bertocchi intorno al 1930, anno di realizzazione di questa natura morta cezanniana, si unisce ad un côté d’artisti educati a una rappresentazione diretta della realtà e legata ai temi della quotidianità naturale affermatosi a Bologna e negli altri centri della regione, con i quali, in un secondo momento, dà anche vita a una rivista, «L’orto», testimone critico e letterario degli sviluppi dell’arte locale. è il periodo del ritorno all’ordine del Novecento che vede Bertocchi impegnato in prima linea sulla scena bolognese accanto a Giorgio Morandi, Ercole Drei e Giovanni Romagnoli.
Nel solco tracciato da questa temperie culturale, nasce questa natura morta, ancorata alla figurazione, ma con una inedita lettura dei valori cromatici: le pere e mele in primo piano, omaggio al nume tutelare Cezanne, la grande conchiglia centrale collocata al centro della composizione, davanti alle due bottiglie e alla tavolozza del pittore, si stagliano in un ambiente costruito su tinte grigio – perlacee: ne emerge una dichiarazione di poetica contraria alla scomposizione della figura professata dalla avanguardie, proponendo un recupero di una visione forte e sintetica degli artisti del Quattrocento italiano.