Project Description
Nicola D’Antino (Caramanico Terme 1880 – Roma 1966), Bagnante
Scultura in bronzo di cm 40 di altezza firmata (N. D’ANTINO), datata (1909) sulla base, dove è riportato anche il timbro della Fonderia Nelli di Roma.
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La carriera artistica di Nicola D’Antino inizia con la pratica della tecnica dell’acquerello, con la quale si cimenta nel genere del paesaggio, sotto la guida del pittore Francesco Paolo Michetti, che in seguito lo introdurrà nel suo noto cenacolo di Francavilla al Mare, nei pressi di Chieti, punto di incontro di grandi personalità della cultura dell´epoca, tra le quali spicca Gabriele D´Annunzio e Costantino Barbella. Proprio dal conterraneo Barbella, D’Antino riprende i segreti della patina su metallo e della cesellatura delle quali si serve con grande perizia. L’interesse di D’Antino si indirizza così ben presto verso la scultura, campo nel quale egli raggiungerà i risultati migliori per inventiva e aggiornamento rispetto alle coeve ricerche artistiche europee. È il piccolo formato ad essere prediletto dallo scultore abruzzese: gruppi di bimbi intenti a suonare o a leggere, danzatrici, sirene, bagnanti, diventano i suoi soggetti preferiti.
Di questa prima produzione artistica costituisce una preziosa testimonianza l’opera presentata in questa sede, una Bagnante, nella quale è presente in nuce la scelta intrapresa da D’Antino nell’aderire al Liberty: portarsi al di là del dibattito tra una linea innovativa della tradizione italiana e l’assunzione di linguaggi stranieri. La figura sinuosa di questa sirena sembra fuoriuscire dalla materia plastica del bronzo: il suo languido distendersi con le braccia piegate dietro il capo e il volto rapito da un sensuale abbandono la pongono al centro della ricerca intrapresa dallo scultore abruzzese di una perfezione formale. All’interno della produzione di D’Antino, infatti, l’opera si presenta come premessa fondamentale per la formulazione di una tipologia di figure che nelle Adolescenti e nei Nudi femminili raggiungerà l’icasticità della sigla liberty e il gusto elegante di linearismi ritmati e veloci.
Un’ansia di modernismo che a partire dagli anni Venti, virerà verso uno stile sempre più vigoroso e monumentale nello sviluppo civile, architettonico ed urbanistico della sua scultura (basti pensare alla Fontana luminosa dell’Aquila e le quattro statue bronzee realizzate per adornare il Ponte Littorio di Pescara, oggi purtroppo distrutte assieme al ponte stesso), mostrando un certo riferimento alla grandiosità della cultura classica alla quale D’Antino si accosterà, influenzato dal mutato clima culturale creato dal regime fascista.