Project Description

Mario Pucciarelli (Buenos Aires 1928 – 2014), Senza titolo

Tecnica mista su tela di cm 95 x 120 firmato (Pucciarelli) in basso a sinistra e datato (62) e firmato (Pucciarelli) due volte sul retro.

INFO: per avere maggiori informazioni

Pittore astratto, capace di sperimentare le tecniche più disparate, formatosi nei laboratori di Vicente Forte e Orlando Pierri, Mario Pucciarelli negli anni 1955-1956 risiede a Londra. Nel 1958 partecipa alle mostre del Gruppo di arte non figurativa tenutesi alla Galleria H, alla New Art Association nella Van Riel Gallery. Nel 1959 si unisce ai massimi interpreti del Movimento informale ed espone alla mostra della formazione d’avanguardia tenutasi presso la Galleria Pizarro, con Greco, Newbery e Méndez Casariego. Partecipa alla Biennale della Giovane Arte Rioplatense, a Montevideo, dove ottiene l’importante premio Frank Lloyd Wright. La Biennale della Fondazione Pipino e Márquez di Córdoba gli conferisce il secondo premio e nel Premio Ver y Estimar gli viene assegnata la “Faja de Honor”. Nelle mostre del Movimento Informale, un anno dopo, presenta alcune tele tipicamente informali, con spesse stratificazioni di materia, solcate da segni e graffiti.

Nel 1960 risulta presente alla Prima Esposizione Internazionale di Arte Moderna, al Museo di Arte Moderna di Buenos Aires e al Museo Nazionale di Belle Arti. Si stabilisce a Roma nel 1961. Da quel momento prende parte a mostre collettive e biennali internazionali. Viene presentato e sostenuto in Italia nel 1961 dalla galleria Il Centro di Ischia; nel 1962, espone alla Galleria Pogliani di Roma e alla Galleria Bonino di Buenos Aires. Nel 1963 torna alla Galleria Pogliani di Roma; nel 1964, espone alla Galleria La Metopa di Bari e al Lidingo Galleriat di Stoccolma; nel 1975, alla Galería Latina di Stoccolma e alla Galleria 54 di Göteborg.

Mario Pucciarelli

L’opera qui presentata rientra nella fase della produzione artistica di Pucciarelli considerata di maggiore interesse all’interno della sua formazione: solo due anni prima, infatti, nel 1960, si registra l’anno della definitiva consacrazione dell’artista argentino, quando si aggiudica il prestigioso Premio Nazionale di Pittura Di Tella Institute, assegnatogli da Jorge Romero Brest e Lionello Venturi. Eseguita nel 1962, questa composizione risulta essere un’opera di grande forza visiva, fatta di pennellate espressive e sovrapposizioni polimateriche: presenta l’adozione di inchiostri diluiti e l’applicazione di vibranti colori che rompono la concordanza monocromatica e tonale, andando a configurare un misterioso agglomerato di densità cromatiche e materiche. In aggiunta, l’opera sottotraccia incorpora tessuto e cartone nella superficie pittorica, aprendo nuove trame in modo percettibile, senza perdere la visione unitaria che caratterizza l’immagine, dalla quale affiorano dei mattoncini che sembrano voler suturare le ferite aperte nelle garze e nelle retine posizionate nel registro centrale. Come l’artista stesso ha affermato, la sua pittura differisce dalla “action painting” proprio perché il processo creativo è sostenuto in un’altra dimensione del tempo, più profonda e sedimentata.