Project Description
Luigi Preatoni (Novara 1845 – ?), Corteggiamento
Terracotta di cm 30 x 36 x 18 firmato (Preatoni) e datato (1877) sullo schienale della dormeuse.
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Lo scultore novarese Luigi Preatoni fu un affermato ritrattista e ceramista che operò nell’Italia risorgimentale e post unitaria, presente alla Esposizione Annuale della Società di Belle Arti di Milano nel 1895 con le sculture in bronzo “Matrona romana” e “Odalisca” ed alla Esposizione Nazionale delle Belle Arti di Torino del 1898, dove espose la scultura in bronzo “Generale Giacomo Durando”. Presso la collezione della Fondazione Bergamo nella Storia – Museo Storico si conserva il suo bronzo “Umberto I di Savoia” del 1878. Molte sue opere di carattere storico ritrattistico sono collocate in sedi pubbliche come i busti in marmo del generale Alfonso La Marmora e di Agostino De Pretis presso la collezione della camera dei deputati a Roma.
Quella presentata in questa sede, invece, è un’opera che si inserisce nella produzione più aneddotica dello scultore torinese, popolata da figure femminili civettuole, oggetto del desiderio amoroso di pretendenti che di volta in volta si avvicendano nelle scene di corteggiamento. La terracotta mostra il fascino irresistibile esercitato dalla fanciulla dal vistoso décolleté, adagiata su una elegantissima dormeuse decorata da trine di seta, su di un galantuomo che, calatosi il cappello, protrae in avanti il busto, attratto dalle forme procaci della giovane fanciulla.
L’opera, con la sua eleganza formale e con la sua vivacità espressiva costituisce la premessa di quello straordinario fermento creativo (espressosi con particolare accensione nel campo della scultura) che investì la Torino fin de siècle, scapigliata e crepuscolare (ma già in odore di art nouveau), fino ad arrivare all’ultima grande stagione plastica, ossia quella “neolatina” del Ventennio. Le cause dell’eccezionalità del fervore plastico torinese, che con la sua improvvisa apertura alla grande arte europea contribuì in modo determinante a sprovincializzare la stantia cultura pedemontana, sono numerose e assai complesse: sicuramente la presenza carismatica di alcune forti personalità (quali furono quelle influentissime di Leonardo Bistolfi, Edoardo Rubino, Pietro Canonica e Davide Calandra) fu il motivo principale dell’afflusso a Torino di giovani di talento, provenienti dal resto d’Italia e dal mondo intero; altro punto determinante (e troppo spesso sottovalutato) nell’incoraggiare la suddetta fioritura fu la presenza, nella città stessa, di importanti fonditori d’arte, figure sovente eccentriche e paradossali, ossessionate dalle proprie smisurate ambizioni e dalla tenuta qualitativa del loro lavoro (si pensi a Emilio Sperati, per non citare che un nome eclatante).