Project Description

Karel Appel (Amsterdam 1921 – Zurigo 2006), Sorriso

Acrilico su carta povera applicata su tela di cm 50 x 68 firmata “Appel” in basso a destra.

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Karel Appel è uno degli autori più importanti della scena artistica olandese ed europea del dopoguerra. Formatosi alla Rijksakademie di Amsterdam, si interessa alla pittura francese moderna alla ricerca di nuove modalità espressive. Il 1948 è un anno spartiacque all’interno della sua carriera artistica: fonda, infatti, con Costant e Corbeille il gruppo “Reflex” e, soprattutto, sempre in quell’anno dà vita al movimento CoBrA (1948-51) con Asger Jorn e Pierre Alechinsky. Quest’ultimo propone un espressionismo in chiave informale e ironica, chiamando a raccolta artisti provenienti da Copenhagen, Bruxelles e Amsterdam con la finalità di affermare una valida alternativa alle correnti razionaliste. La riscoperta dell’arte primitiva, il ritorno ad un’arte infantile, il rifiuto di ogni accademismo sono i principi fondanti di un nuovo linguaggio basato essenzialmente sulla forza espressiva del colore. Proprio come farebbero dei bambini, Appel esprime la propria sensibilità attraverso pennellate spesse e pastose, in cui predominano i colori primari arginati dalla presenza incombente del nero, esattamente come nell’opera presentata in questa sede, manifesto del recupero della sbrigliata creatività infantile immediata e priva di sovrastrutture culturali.

Nel 1954 si trasferisce ad Albissola (Savona) decidendo di approfondire la sua capacità creativa nella scultura affinando la tecnica della ceramica. Benché le sue opere appaiano a prima vista come figure antropomorfe simili a grotteschi pupazzi, come rozze teste dalle sembianze animali, in realtà il soggetto risulta decifrabile fin da subito all’osservatore che ricorre all’istinto come strumento di lettura dell’opera, lo stesso istinto da cui l’artista prende le mosse per lasciarsi trasportare dal furor creativo. La carica aspra e aggressiva delle opere degli anni Cinquanta si stempera a partire dalla seconda metà degli anni Sessanta e per tutti gli anni Settanta.

Karel Appel

Appel non rimescola il colore sulla tela come soleva fare in precedenza e rinuncia gradualmente al nero. La stesura si fa più morbida e le immagini diventano più chiare e nitide. Non c’è più la lotta del passato, ma la ricerca dello spazio. Allo stesso tempo l’interesse dell’artista si estende anche alla scultura, adottando nuovi materiali come il poliestere policromo, il legno dipinto e i fogli d’alluminio. Le opere di Appel registrano un ritorno alla pittura dura e aggressiva, neo-fauvista negli anni Ottanta che, uniformandosi ad alcuni neoespressionisti, lo induce ad amplificare le dimensioni dei quadri.