Project Description
Johannes Siegfried Richter (Hans Richter) (Berlino 1888 – Locarno 1976), Testa Dada
Inchiostro di china su carta di cm 27 x 21,5 firmato in basso a destra con monogramma HR e datato (1918). Intitolata (Tête Dada), datata (1918) e numerata (neg nr. 145) anche sul retro, ove è apposta l’etichetta della Galleria del Naviglio di Milano. Sul retro ulteriore disegno dell’artista. Provenienza: collezione Marcucci, Roma.
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Pubblicazioni
- Hans Richter, Galleria del Naviglio, catalogo della mostra tenutasi a Milano dal 23 marzo al 10 aprile 1973, p. 10
Dopo aver studiato architettura per un breve periodo all’Università di Berlino, nel 1908 Johannes Siegfried Richter (Hans Richter) si iscrive all’Accademia di Belle Arti della stessa città e l’anno dopo all’Accademia di Weimar, dove approfondisce lo studio dei maestri antichi. Intorno al 1912 comincia ad avvicinarsi all’arte moderna interessandosi alle opere degli artisti del Blaue Reiter e visitando, l’anno seguente, l’”Erster Deutsche Herbstsalon” alla Galerie Der Sturm di Berlino, dove vede le opere dei fauves, dei cubisti e dei futuristi. Gli inizi della sua carriera artistica sono interrotti dalla guerra, che lo vede impegnato al fronte fino al 1916, quando viene congedato a causa di una ferita. Nello stesso anno la rivista “Die Aktion”, con la quale aveva in precedenza collaborato, gli dedica un numero speciale; tiene inoltre la sua prima personale alla galleria Hans Goltz di Monaco.
Trasferitosi a Zurigo, entra a far parte del movimento Dada e nel 1917, dopo un breve periodo espressionista dal quale hanno origine i suoi ritratti visionari, inizia i primi esperimenti astratti. Proprio a questa particolare esperienza è possibile ricondurre questa “Testa Dada”, eseguita dall’artista nel 1918, anno in cui conosce il pittore svedese Viking Eggeling, iniziando con lui una collaborazione basata su una comune ricerca artistica. L’opera, qui presentata, costituisce una riflessione sull’ovale del volto umano elaborata partendo dalla scomposizione e della frantumazione della forma, tipica dell’avanguardia. Richter, affascinato dal tema pittorico della testa umana, vi tornerà negli anni Sessanta quando realizzerà una serie di ritratti grotteschi e surreali di alcuni protagonisti del movimento dadaista internazionale (Hugo Ball, Arp, Schwitters, Max Ernst, Huelsenbeck, Tristan Tzara, Janco, Serner, Marcel Duchamp) mescolandoli con volti anonimi, vivacizzati talvolta da definizioni spiritose o scultoree.
Nel 1920 entra a far parte del November Group di Berlino e collabora con il periodico olandese “De Stijl”. Nella volontà di conferire un movimento autentico alle sue opere, nel 1921 si accosta al cinema e realizza il suo primo film astratto Rhythmus 21. Dal 1923 al 1926 dirige, assieme a Mies van der Rohe e Werner Graeff, la rivista “G”. In seguito realizza documentari, film pubblicitari e sperimentali, non interrompendo al tempo stesso l’attività pittorica. Nel 1940 si trasferisce negli Stati Uniti, dove si dedicherà soprattutto ai nuovi codici linguistici della comunicazione cinematografica.