Project Description
Jan Baptist Lodewyck Maes-Canini (Gand 1794 – Roma 1856), (attr. a), Il camerino dell’attrice
Olio su tela di cm 137 x 100. Presenti sui lati della cornice timbri recanti numeri di probabili esposizioni
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Figlio d’arte – suo padre fu il valente pittore Pieter Franciscus Maes – Jan Baptist Lodewyck Maes fu artista duttile e versatile, cimentandosi con profitto nella realizzazione di grandi narrazioni storiche, composizioni religiose, scene di genere e ritratti. Formatosi presso l’Accademia di Gand, divenne membro della Royal Society for Fine Arts della cittadina belga; in seguito si trasferì a Anversa, dove rimase fino a quando non si aggiudicò una borsa di studio per continuare i suoi studi a Parigi.
Dopo aver vinto il “Prix de Rome” a Anversa nel 1821, si stabilì in Italia nel 1822: visita Parma, Firenze e Bologna; ma è a Roma che trova la sua terra d’elezione. Nella capitale, infatti, non solo si afferma come pittore ma trova anche l’amore: nel 1827 si sposa infatti con la figlia, Anne Marie, di un celebre incisore, Bartolomeo Canini, dal quale prese il secondo cognome: dall’unione coniugale con Anne Marie nascerà un figlio, Giacomo Maes, anch’egli futuro pittore. A Roma, inoltre, frequenta la chiesa di San Giuliano dei Fiamminghi, istituzione cattolica per la quale supervisiona diverse committenze. Propria in questa chiesa ancora oggi il suo sepolcro è segnalato da una lapide. Sue opere si trovano nei Musei di Amsterdam, Amburgo, Konigsberg, Monaco e Weimar.
Il dipinto qui presentato può essere ricondotto al linguaggio stilistico e al ductus del pittore fiammingo, sia per l’originalità del taglio compositivo della scena raffigurata sia per l’utilizzo teatrale del chiaroscuro, tipicamente di gusto fiammingo, che plasma le figure ed enfatizza i particolari, come i fiori custoditi nella campana di vetro, il bouquet posizionato sulla sinistra, la maschera adagiata sul bordo del tavolino, capolavoro di virtuosismo prospettico. Protagonista del dipinto è presumibilmente una giovane attrice, colta nell’atto di leggere una lettera giunta da un ammiratore: ne intravediamo il testo, che reca la data, la località (Roma) e l’affettuosa intestazione (Cara). L’ovale della giovane donna, riflesso nello specchio e illuminato nella penombra del camerino, viene incorniciato da un bagliore di luce delicatissima e soffusa che conferisce un’atmosfera magica e sognante all’intera composizione.