Project Description

J. Nicole (attivo nel XIX secolo), Piazza San Pietro, Roma

Tecnica mista su carta di cm 49 x 71 datata (1881), situata (Rome) e firmata (J Nicole) in basso a sinistra.

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Lo spazio di fronte alla basilica di San Pietro – detto platea Sancti Petri e utilizzato per accogliere i pellegrini e le processioni, ospitare i cortei dei notabili in visita dal papa e contenere le folle che assistono alle benedizioni papali – più volte ha mutato formaː sono sorti nuovi edifici e colonnati di contorno, nuove scalinate, seguendo il destino della basilica che, costruita in epoca costantiniana, fu completamente ricostruita fra il Cinquecento e il Seicento, fino ad assumere le forme odierne.

Non si può quindi parlare, in ogni epoca, di una piazza San Pietro prospiciente la basilica, perché davanti a quella costantiniana c’era una scalinata dritta, che congiungeva la chiesa con il sottostante quadriportico che aveva al centro una fontana; alla fine del Quattrocento la spianata, affiancata da costruzioni addossate al perimetro del quadriportico, era all’incirca rettangolare, ma priva di pavimentazione e in pendenza, con un dislivello di circa dieci metri, tra il piede della scalinata che conduceva all’antica basilica e l’antistante quartiere di Borgo; il colonnato berniniano ha infine definito i contorni di piazza San Pietro.

J. Nicole

Una veduta ottocentesca della piazza più celebre al mondo, centro propulsore della cristianità, è il soggetto di questo dipinto eseguito da un pittore francese probabilmente attivo nella capitale nella seconda metà dell’Ottocento. Piazza San Pietro come piazza San Marco per Venezia, assume nella produzione artistica di Nicole il valore di un’icona che si rapporta non solo alla situazione architettonica urbanistica che rappresenta, ma anche al suo significato “politico”. Evidentemente il pittore transalpino vedeva in questa piazza l’estrinsecazione del “liberalismo” di Pio IX, e la capacità illusionistica barocca, capace di sfruttare tutti gli espedienti per ottenere il risultato più scenografico e spettacolare possibile, aveva su di lui un potere magico.

La resa pittorica della piazza è quanto di più luminoso e vivo l’artista produca senza l’orpello di fuochi pirotecnici, girandole e mortaretti. E’ la pura percezione della luce, dell’abbaglio del sole, del contrasto con le ombre che crea: mattutina, meridiana o crepuscolare, questa luce lambisce i monumenti, plasma le colonne, disegna, elemento per elemento, facciate, colonne, portici.