Project Description

Giulio Turcato (Mantova 1912 – Roma 1995), Bozza per la copertina catalogo Spoleto

Tempera su carta di cm 23 x 70 firmato (Turcato) in basso a destra e con dedica (A Mario Padovan) in basso a sinistra. L’opera è in fase di archiviazione presso l’archivio Giulio Turcato, curato da Ettore Caruso. Provenienza: collezione Mario Padovan.

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Giulio Turcato è stato un pittore italiano, fra i principali esponenti dell’astrattismo informale italiano. Arriva nel 1943 a Roma, dove frequenta l’Osteria Fratelli Menghi, noto punto di ritrovo per pittori contemporanei, registi, sceneggiatori, scrittori e poeti tra gli anni ’40 e ’70. A Roma, assieme ad Emilio Vedova e Toti Scialoja, espone alla Galleria dello Zodiaco e alla Quadriennale di Roma. In occasione di una mostra alla Galleria del Secolo di Roma sottoscrive insieme a Corpora, Fazzini, Guttuso e Monachesi un Manifesto del Neocubismo, divulgato da “La Fiera Letteraria” nel 1947. Alla fine dell’anno si reca a Parigi con Accardi, Attardi, Consagra, Maugeri, Sanfilippo e Vespignani, restando fortemente impressionato dal lavoro di Magnelli, Picasso e Kandinski. Nel 1948 partecipa alla Rassegna nazionale di arti figurative di Roma. Successivamente aderisce al gruppo del Fronte nuovo delle arti, e partecipa in questo gruppo alla Biennale del 1948. Nel 1949-1950, Turcato aderisce al progetto di Giuseppe Verzocchi volto a creare una Collezione di quadri dedicata al lavoro di artisti contemporanei, inviando, oltre ad un autoritratto, l’opera Gli scaricatori. L’attività espositiva e la fortuna critica di Turcato hanno pochi eguali nell’arte italiana del ‘900: egli è presente alla Biennale anche nel 1954, 1956, 1958 (Sala personale e vincitore del Premio Nazionale), 1966 (Sala personale), 1968, 1972 (Sala personale), 1982, 1986, 1988, 1993 e ancora un’ultima volta nel 1995, portando a 15 le sue partecipazioni alla rassegna veneziana.

Nel 1955, nel corso di una delle numerose Quadriennali romane a cui fu invitato, la Galleria Nazionale di Arte Moderna di Roma acquista un suo ‘Reticolo’ per l’inserimento nelle collezioni permanenti. Espone con personali in tutto il mondo, tra cui le rassegne documenta di Kassel e la Biennale di San Paolo. Fra i musei, espone al MoMa di New York, al Padiglione d’Arte Contemporanea di Milano, alla Staatsgalerie Moderner Kunst di Monaco, al Musée de l’Athenée di Ginevra, il Philadelphia Museum of Art. Nel 1956 compie un viaggio in estremo oriente passando per Mosca fino a giungere in Cina.

A partire dal 1960 espone con Novelli, Perilli, Dorazio, Consagra, Bemporad e Arnaldo Pomodoro nell’ambito delle rassegne intitolate Continuità, promosse in diverse gallerie italiane da Giulio Carlo Argan. Due personali, una alla New Vision Centre Gallery di Londra ed un’altra al Canale di Venezia, si svolgono nel corso del ’62. Nel 1973 la città di Spoleto gli dedica una prima mostra antologica, curata da Giovanni Carandente, seguita a distanza di un anno da un’altra, più vasta, al Palazzo delle Esposizioni di Roma. Proprio alla prima mostra antologica di Spoleto, allestita all’interno del XVI Festival dei due mondi, è da ricondurre l’opera qui presentata, proveniente dalla collezione del pittore Mario Padovan: in particolare questo reticolo è da ritenersi un progetto per la copertina del catalogo Giulio Turcato. Opere dal 1954 al 1973 edito dalla Nuova Foglio Editore nel 1973 e curato da Vana Caruso.