Project Description

Giovanni Zangrando (Trieste 1867 – 1941), Sosta alla pineta di Cigale

Olio su tavola di cm 39 x 48,5 firmato (G. Zangrando) e situato (Cigale) in basso a sinistra. Sul retro, indicazioni a matita inerenti il luogo raffigurato nel dipinto.

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Istinto, secondo i crismi ancora romantici e impressionisti insiti nella pittura dell’artista, e razionalità positivista nel solido impianto delle figure e nella declinazione del paesaggio, connotano il ductus pittorico di Zangrando, pittore triestino dal temperamento bonario, come racconta il viaggiatore cubano Jorge Juan Crespo della Serna. Quest’ultimo, presente a Trieste nel primo ‘900, dopo una visita allo studio del pittore, nel suo libro “Habana-Vienna. Impresiones de Viaje” (1907), ne traccia una descrizione vivace, nella quale mette in luce l’atmosfera ricca di verve e ingentilita dalle molte modelle che solevano frequentare l’atelier del pittore.
Socievole e di compagnia, nel 1905, insieme al collega Guido Grimani, Zangrando inaugura una scuola di pittura a Trieste, precisamente al primo piano dell’allora Corsia Stadion (oggi via Battisti) n. 20. Zangrando vi insegna la figura e la natura morta, Grimani il paesaggio. Alla loro scuola si formano alcuni giovani poi distintisi nell’arte pittorica, quali Arturo Nathan, Giannino Marchig ed Eugenio Finazzer Flori. Il sodalizio si conclude forzatamente nel 1914, allo scoppio del primo conflitto bellico.

Giovanni Zangrando

Ritornato a Trieste, frattanto divenuta italiana, il pittore si immerge nella temperie politica partecipando al pullulare di mostre con ritratti icastici ma anche con straordinari studi di paesaggio: sintesi di questa duplice polarità dello stile elaborato da Zangrando è il dipinto qui presentato, nel quale il profilo di una giovane donna si staglia sullo scorcio, costruito con rapide pennellate e sublimi tocchi di luce, della pineta di Cigale, uno dei simboli di Lussino, isola croata nell’alto Adriatico. Il dialogo fra la figura femminile e la natura circostante diventa così cartina di tornasole del rapporto che il pittore ha costantemente avuto, nel corso della sua vita, con la pineta secolare affacciata sul porto di Lussino, protagonista di alcuni dei dipinti eseguiti dal maestro fra gli anni Venti e Trenta del Novecento.