Project Description
Giovanni Biasin (Venezia 1835 – Rovigo 1912), Serie risorgimentale
Corpus composto da quattro tempere su carta di formato ovale, ciascuna di cm 33 x 28, firmate (Gio Biasin) in basso al centro e a sinistra.
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La figura di Giovanni Biasin è emersa con discreto rilievo nell’arte veneta del secondo Ottocento grazie al recupero e alla presentazione, avvenuti nel 2011, del suo Panorama di Venezia, un rotolo di carta lungo 20 metri dipinto a tempera dal pittore veneziano, conservato presso la Pinacoteca dell’Accademia dei Concordi, raffigurante le rive di Venezia viste dal bacino di San Marco. Non è un caso che la riscoperta dell’artista sia avvenuta proprio in concomitanza con il centocinquantenario dell’Unità di quell’Italia, per la quale Biasin, come tanti altri, aveva speso le proprie energie e le proprie speranze, animando la vita cittadina di Rovigo soprattutto negli anni immediatamente successivi all’annessione al Regno d’Italia e in quelli che coincidono con la costruzione della Nazione.
Anche le opere qui presentate, quattro ovali dipinti a tempera su carta ci restituiscono la passione risorgimentale del pittore veneziano: protagonisti, infatti, di questo corpus di opere sono i miti del risorgimento italiano come Giuseppe Garibaldi, immortalato dal pittore in uno dei momenti che scandirono l’impresa dei Mille, partita da Quarto; Vittorio Emanuele II di Savoia, evocato dallo slogan trionfalistico scritto da giovani patrioti italiani sul muro sbrecciato di un casolare di campagna, celebrato con l’appellativo di “Re galantuomo” per aver mantenuto in vigore lo Statuto Albertino; Porta Pia, luogo simbolo dell’annessione di Roma al Regno di Italia in virtù del celebre episodio della breccia che determinò la fine dello Stato Pontificio quale entità storico – politica.
Giovanni Biasin nacque nel 1835 a Venezia, dove studiò all’Accademia di Belle Arti. Dedicatosi subito alla pittura, raggiunse una certa notorietà quando, nel 1863, Antonio Gobbatti lo conobbe e lo chiamò a Rovigo per decorare il salone del suo palazzo. Era, questi, un personaggio ragguardevole per l’impegno profuso nella vita pubblica: comandante della Guardia Civica nel 1848, presidente per lungo tempo della Società del Teatro, partecipò alla spedizione dei Mille. Biasin dipinge a tempera sul soffitto il Carro di Apollo e sulle pareti scene con Zeffiro e Flora, Cerere e Trittolemo, Bacco e Arianna e il Ratto di Proserpina. Sono dipinti che si vedono ancora nel palazzo Gobbatti e, anche se gravemente danneggiati, rivelano un pittore sicuro, rivolto al neoclassicismo, probabilmente condizionato dal committente. Il lavoro viene apprezzato e procura a Biasin altre commissioni in altri palazzi, oltre all’incarico di insegnante di disegno nelle scuole tecniche. Incarico che lo indusse a lasciare Venezia e a stabilirsi a Rovigo, inserendosi bene nella vita cittadina, militando nei movimenti popolari e diventando consigliere comunale.