Project Description

Gino Marotta (Campobasso 1935– Roma 2012), Rosa gelata

Composizione polimaterica in metacrilato di cm 90 x 50 firmato (Gino Marotta) e datato (70) sul retro. Titolo dell’opera indicato dalla vedova dell’artista che ringraziamo per le indicazioni forniteci sull’opera.

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A Gino Marotta, come a pochissimi grandi artisti del XX secolo, è toccato l’onore di esporre al Louvre: nel 1969, infatti, considerato uno dei più innovativi scultori italiani, viene invitato a esporre un ciclo rappresentativo di sue opere, all’interno della retrospettiva “4 artistes italiens plus que nature” con M. Ceroli, P. Pascali e J. Kounellis. Proprio alla ricerca artistica di quest’ultimo Marotta guarda con interesse, dopo la stagione dell’informale, nel periodo in cui, con alcuni giovani artisti provenienti da esperienze differenti (Pietro Cascella, Piero Dorazio, Fabio Mauri, Gastone Novelli, Achille Perilli, Mimmo Rotella, Giulio Turcato), fonda il Gruppo CRACK, con l’intento di proporre una nuova versione del neodadaismo e la riscoperta della tradizione futurista.

Gino Marotta

Nei laboratori delle industrie chimiche e delle fonderie, Marotta sperimenta nuovi materiali quali poliuretani e poliesteri e realizza sculture servendosi dei procedimenti industriali per la produzione in serie.

Dopo gli arazzi e le composizioni di piombi continua la sua poetica alla ricerca di materiali sempre più insoliti fino a creare, alla metà degli Anni Sessanta, una prima serie di curiose figure in perspex, un materiale al tempo tra i più innovativi e resistenti. Prende così vita quel magico teatro dell’assurdo un po’ ironico e un po’ malinconico; un giardino trasparente di piante, animali e forme artificiali che giocano con il mito e con l’arte, di cui questa “Rosa gelata” costituisce uno degli esempi più riusciti, preludio ai famosi “Bandoni” e dei “Piombi”, quadri realizzati in officina con la fiamma ossidrica.

Le opere dei primi anni Sessanta sono esposte nel ‘64 alla Tredicesima Triennale di Milano e nella personale alla Galleria Anthea di Roma, con il testo di Emilio Villa “Anatomia Ginomarotta”. L’anno successivo sono presenti alla IX Quadriennale Nazionale d’Arte al Palazzo delle Esposizioni di Roma e nella personale “10 Sculture” alla Galleria dell’Ariete di Milano, con la presentazione di Giorgio Soavi. L’artista molisano ha partecipato a grandi esposizioni internazionali di interesse storico, portando il suo lavoro, il suo nome e quello dell’Italia nei più grandi Musei del mondo, da Copenaghen a Tokio, Atene, Il Cairo, Dusseldorf, Berlino, Dortmund, Amburgo, Bruxelles, Anversa, Madrid, Siviglia, Londra, Ginevra, Zagabria, Belgrado, al Museum of Modern Art di New York, alla IX Biennale Internazionale di San Paolo del Brasile, alle Esposizioni Universali di Montreal, Siviglia e Hannover.