Project Description

Giacomo Balla (Torino 1871 – Roma 1958), Linee spaziali – studio

Tempera su carta di cm 10 x 10 databile al 1920 circa. In basso a sinistra: FUTUR BALLA (sic BALLA). L’opera presenta autentica/certificazione rilasciata nel 2003 da Elena Gigli, direttrice dell’archivio Balla.

 

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Storia

Casa Balla (Agenda: n. 685 “Studio per il quadro Linee Spaziali tempera e matita su bianca cm 9 x 9 firma in basso a sinistra. Proprietà prof. Enrico Fiorentino Roma”). Giuseppe Campaiola, Roma. Collezione privata.

Linee spaziali che si intersecano tra di loro in un gioco di colori giallo, rosa e lilla: è la tematica che Balla analizza e sviluppa in questa tempera del 1920. Il soggetto è quello di linee che delineano lo spazio componendosi secondo la mentalità del Pessimismo e ottimismo ovvero del Sincero-Falso: lotta di due forze opposte e forze entrambe necessarie (per questi capolavori degli anni Venti si veda Lista 1982 nn. 703, 889).

L’opera qui analizzata è un piccolo ma completo studio per il grande olio “Linee spaziali” del 1920 esposto già da Balla nel 1952 a Firenze (Galleria delle Grazie) e successivamente alla grande retrospettiva del 1963 a Torino (a cura di E. Crispolti). Scrive Enrico Prampolini: “Il carattere fondamentale che Balla seppe rivelare e imprimere alla pittura può definirsi un riassunto costruttivo di equivalenti plastici astratti che si identificano in una sintesi spaziale-cromatica bidimensionale” (Introduzione alla mostra, Firenze 1952). La delicata tempera proviene da Casa Balla (numerino sul retro) ed è appartenuta al professor Enrico Fiorentino, medico delle figlie Elica e Luce Balla.

Giacomo Balla

Nato a Torino nel 1871, Balla è stato un pittore, scultore, scenografo e autore di enorme rilievo, capace di orientare le tendenze artistiche italiane per tutta la prima metà del Novecento. Dopo essere stato uno dei primi protagonisti nazionali del divisionismo, l’attività creativa di Balla venne attratta dal movimento futurista, del quale divenne presto esponente di spicco. Assieme a Marinetti, firmò i manifesti che ne sancivano gli aspetti teorici, interpretati alla lettera nel notissimo dipinto “Cagnetta al guinzaglio”, oggi custodito nella collezione Goodyear di New York. Nell’ambito della sua adesione al futurismo, Balla divenne l’artista del fascismo per eccellenza. Nel 1933 realizzò Marcia su Roma, che la tradizione vuole essere stata commissionata da Mussolini stesso. Successivamente, Balla si allontanò dalle attività futuriste e fu accantonato dalla cultura ufficiale, rimanendo nell’ombra sino alla rivalutazione recente della sua arte.