Project Description

Giacomo Balla (Torino 1871- Roma 1958), Futurlibecciata

Matita graffita su carta oleata di cm 75 x 100 databile al 1919

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Pubblicazioni

Giacomo Balla. Studi ricerche oggetti, catalogo della mostra tenutasi al Museo di Castelvecchio di Verona, febbraio – marzo 1976, a cura di Luigi Marcucci, con introduzioni di Licisco Magagnato e Elica Balla, p. 60, n. 39.

Il soggetto dell’opera qui proposta viene chiarito dallo stesso titolo con il quale è nota, “Futurlibecciata”, per l’appunto: l’immagine leggibile in controluce è il risultato di una indovinata sperimentazione che porta il pittore a dar vita ad una convulsa scena dinamica in cui le linee fluttuanti ed i vortici resi con toni iridescenti rendono appieno l’effetto della potenza del vento di libeccio. Il complesso disegno si ispira al moto ondoso, dimostrando ancora una volta come Balla, giunto ad una maturità espressiva, culmine dell’esperienza futurista, prenda ispirazione dall’osservazione della natura, laddove la densità dell’acqua è resa attraverso il graffio della matita graffita sulla carta, la cui forza del tratto è ripresa da uno studio sulla velocità. Agli occhi di Giacomo Balla, la furia dello stesso vento, con i suoi effetti sui cieli e sulle acque evoca una vera e propria esplosione di onde, linee e forme, perfettamente in linea con le visioni simultanee e compenetrazioni di luce tipiche della poetica futurista.

Un soggetto, quello della Futurlibecciata, sul quale Balla tornerà sovente nel corso della sua parabola artistica, fino alla fine degli anni Trenta, quando ne realizzerà diverse versioni cimentandosi in una nuova tecnica, quella cioè dell’utilizzo di vernici industriali su un supporto di faesite. La faesite viene importata in Italia solo a partire dagli anni Trenta; in particolare nel 1936 sorge a Faè di Longarone, in provincia di Belluno, la fabbrica di tale materiale, sfruttando scarti forestali delle zone montane circostanti. Innovativo è soprattutto l’utilizzo delle vernici industriali che conferiscono alla composizione un particolare effetto lucido. Balla si era procurato le tinture dall’officina di Armando Ricci, tecnico delle case automobilistiche Maserati, Ferrari e Lamborghini, che sorgeva in Via Oslavia a Roma, proprio nei pressi della sua abitazione.

La serie delle futurlibecciate può essere considerata così come l’incarnazione di una vena di fantasioso e gioioso lirismo che pervade le opere tardo futuriste di Balla: studi, abbozzi, progetti per oggetti poi realizzati o solo sognati popolano la produzione dell’artista torinese caratterizzata da un’applicazione particolare e funzionale, spesso articolata in sistemi decorativi simmetrici, incrociati, stellari, modulari, con una ricchezza incontenibile di procedimenti e scelte stilistiche. Il manifesto della Ricostruzione Futurista dell’Universo, ideato e firmato nel 1915 assieme a Fortunato Depero, aveva infatti segnato una svolta decisiva nell’elaborazione dell’estetica futurista. I due artisti avevano propugnato il superamento della dimensione puramente pittorica in vista di un rinnovamento che deve coinvolgere tutti gli aspetti dell’arte e della vita, in “una fusione totale per ricostruire l’universo rallegrandolo, cioè ricreandolo integralmente”.