Project Description

Francesco Nonni ( Faenza 1885 – 1976 ), Pierrot e Colombina

Scultura in ceramica policroma di cm 26 x 14 x 12 con, sulla base, timbro della fornace “La Faïence” di Faenza.

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Raffinato interprete dell’art decò, Francesco Nonni comincia molto presto a lavorare come intagliatore presso l’Ebanisteria Castellini. Frequenta la Scuola d’Arti e Mestieri di Antonio Berti, dove conosce Domenico Baccarini ed entra a far parte del suo circolo. Si occupa di xilografia, realizzando illustrazioni per libri e riviste. Partecipa con opere grafiche all’Esposizione del Sempione a Milano nel 1906 e alle Biennali veneziane del 1910, 1912 e 1914. Frequenta la Scuola Libera del Nudo all’Accademia di Firenze, e nel 1915 inizia a insegnare plastica presso la scuola di Faenza. Durante la guerra viene internato in un campo di prigionia da cui fa ritorno alla fine del conflitto. Nel 1919 comincia a modellare plastiche che si traducono in ceramiche in piccola serie nella fornace “La Faïence” di Paolo Zoli e Pietro Melandri.

Le opere più rappresentative dei primi anni di produzione sono le damine in abiti settecenteschi, modellate con ampie ed enfatizzate gonne schiacciate in rapporto ai piccoli busti e alle fattezze bamboleggianti, che occultano in forme figurate contenitori per profumi, ciprie, gioielli o dolci. In altri casi, le sculture vengono applicate su basi di più grandi dimensioni, contenenti recipienti con coperchio che permettono di trasformare la scultura in calamaio.

La decorazione pittorica stilizzata, esaltata dai colori brillanti degli smalti e dai lustri metallici, è costituita principalmente da motivi floreali o geometrici, ad arabesco o a penne di pavone, tratti dalla tradizione ceramica faentina o dai tessuti contemporanei. Le forme volumetricamente compresse, le linee sinuose delle figure e le preziose decorazioni pittoriche adottate da Nonni rivelano evidenti affinità con gli orientamenti decò di matrice francese e gli echi secessionisti ( conosciuti attraverso le illustrazioni delle riviste ), che ben si sposano con la grazia e l’eleganza neosettecentesca delle dame e dei damerini, dei gigolo e dei ballerini, delle colombine e dei pierrot, di cui l’opera presentata in questa sede, databile al periodo in cui l’artista si serve della fornace “La Faïence” di Paolo Zoli e Pietro Melandri, costituisce un superbo esemplare.

Il successo di questo genere di opere è confermato dall’alto numero di imitazioni e contraffazioni prodotte per lungo tempo da altre manifatture italiane, negli anni successivi, come la Società Cooperativa Ceramica di Imola e La Salamandra di Perugia.