Project Description
Francesco Hayez (Venezia 1791 – Milano 1882), Rebecca
Olio su tela di cm 30, 5 x 23, databile al 1828 circa
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Esposizioni
Quadreria: dipinti ed acquarelli dal XVIII al XX secolo, mostra a cura di Serenella Rolfi e Chiara Stefani, tenutasi alla Galleria Carlo Virgilio di Roma, 20 novembre – 22 dicembre 1999; Sublime e pittoresco: temi di figura e paese dal neoclassico al romantico, Galleria Carlo Virgilio, Milano international antiques and modern exhibition, 21-26 novembre 2006
Pubblicazioni
– Mazzocca, in Ottocento, 1992, s.n.p.
– Francesco Hayez. Catalogo ragionato, a cura di Fernando Mazzocca, Federico Motta editore, Milano 1994, n. 127, p. 190
– Quadreria: dipinti ed acquarelli dal XVIII al XX secolo, catalogo della mostra a cura di Serenella Rolfi e Chiara Stefani, con un saggio introduttivo di F. Mazzocca, tenutasi alla Galleria Carlo Virgilio di Roma dal 20 novembre al 22 dicembre 1999, Aurelia, Roma 1999, pp. 42-43
– Sublime e pittoresco: temi di figura e paese dal neoclassico al romantico, catalogo a cura di Stefano Grandesso, Francesco Leone, Edizioni del Borghetto, Roma 2006, Galleria Carlo Virgilio, Roma, Milano international antiques and modern exhibition, 21-26 novembre 2006, p. 35
Il piccolo dipinto ha un preciso termine di riferimento iconografico e cronologico nella serie di litografie intitolate Soggetti tratti dall’Ivanhoe, romanzo storico, di Walter Scott, composti e disegnati da Hayez, edite con grandissimo successo dalla Litografia milanese di Giuseppe Vassalli tra il 1828 ed il 1829 (Falchetti, in Hayez, 1983, pp. 349-351). L’olio, dove le digradanti sfumature dello sfondo evocano la tipica resa sfumata della pietra litografica, testimonia, come osservato da Grandesso, sebbene ancora in uno stato embrionale, l’interesse dell’artista per la rappresentazione di quelle figure femminili la cui biografia o il cui traslato allegorico si sarebbero imposte, di lì a qualche anno, come esemplari dell’impegno patriottico o del messaggio civile che, secondo le istanze del dibattito romantico, le arti figurative dovevano saper trasfondere.
Utilizzando il pennello come se si trattasse di un lapis litografico (contrariamente alle consuetudini dei pittori contemporanei, i quali affidavano le proprie invenzioni a un “traduttore”, Hayez disegnava direttamente sulla pietra), il pittore riuscì ad ottenere un’immagine dalla tessitura cromatica nervosa e raffinata, dove i preziosismi servono a sottolineare i dettagli del costume. Come ha notato Mazzocca, il carattere ideale del personaggio veniva invece reso da quella bell’”aria di testa” che ha un evidente quanto appropriato riferimento nella tradizione del classicismo seicentesco, tra le Cleopatredel Reni e le Sibilledel Domenichino. Hayez peraltro, chiaramente traslate nella decantata dimensione della sfera letteraria e sublimate secondo i canoni di una ideale bellezza femminile, sembra riprendere nell’ovale della Rebecca le fattezze di Carolina Zucchi, la disinvolta e perfetta modella cui il pittore si legò come amante durante i primi dieci anni trascorsi a Milano.