Project Description

Ernesto Fontana (Milano 1837 – Cureglia 1918), Nell’harem

Olio su tela di cm 75 x 98, firmato e datato (Milano 1893) in basso a destra. Sul retro, presenti timbri di dogana.

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Formatosi all’Accademia di Brera (1855-1863), dove segue i corsi di Giuseppe Sogni, Francesco Hayez e Giuseppe Bertini, e trova come suoi compagni di studi alcuni protagonisti della pittura lombarda del secondo Ottocento come Tranquillo Cremona, Daniele Ranzoni, Filippo Carcano, Mosè Bianchi, Ernesto Fontana debutta sulla scena artistica nazionale dipingendo quadri storici, tra cui “L’arresto di Gerolamo Morone” (1860, Milano, Accademia di Brera), “Le ultime ore di Caterina d’Aragona” (1862), e “L’incontro di Elisabetta e Maria Stuarda” (1872), premiato a Ferrara nel 1875 con una medaglia d’oro.

Abbandonati i soggetti storici, si dedica prevalentemente alle scene di genere, nel solco di Domenico e Gerolamo Induno – considerati veri capisaldi della pittura aneddotica –, ai quali è legato da amicizia. Innumerevoli sono le tele di genere, ma pure i ritratti, che decretano il suo successo presso la borghesia industriale e commerciale. Il gusto per l’aneddotica gli deriva anche dalla collaborazione con importanti periodici come «Natura e Arte», «Lo spirito folletto», «L’illustrazione italiana» e «L’illustrazione universale». Molto richiesta è pure la sua opera di freschista che gli vale prestigiose committenze affidategli da diverse famiglie nobili o dell’alta borghesia di Milano (Erba, Chiesa, Borghi). Nel 1873-74 partecipa alle esposizioni nazionali di Londra, città in cui è molto apprezzato dai collezionisti.

Ernesto Fontana

Proprio il successo registrato all’estero induce il pittore a virare su soggetti più appetibili per il mercato internazionale. È il caso di questa Odalisca, testimonianza di una virata stilistica del Fontana verso la temperie orientalista che attraversò la pittura italiana del secondo Ottocento. In questa conturbante e non priva di malizia figura femminile, emergono i tratti essenziali della ritrattistica fontaniana: armonia compositiva, attenzione al vero, raffinatezza formale, ma anche penetrazione psicologica convivono in questa tela, nella quale possiamo riconoscere il dipinto che, con il titolo “Nell’harem” (cat., p. 74), fu esposto nel 1894 alla II Esposizione triennale dell’Accademia di Brera, premiato con la medaglia d’oro. A testimonianza dell’importanza che questo dipinto ha incarnato nella carriera del pittore, è opportuno ricordare una seconda versione, oggi a Bellinzona, nel Canton Ticino, eseguita a distanza di anni dal pittore poco prima di morire, nel 1913: un ultimo lavoro che sta ad indicare la venerazione che lo stesso pittore nutriva per questa Odalisca, capace di aprirgli le porte del successo internazionale.