Project Description

Ermogene Miraglia (Napoli 1907 – 1964), La pesca miracolosa

Olio su tela di cm 80 x 100 firmato (E Miraglia) in basso a destra.

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“Ermogene Miraglia ben può essere inquadrato fra i grandi artisti della pittura napoletana dell’Ottocento, per la perfezione del disegno e per i toni e l’armonia dei colori. L’arte di questo maestro oscilla tra il classicismo pittorico rinascimentale e l’Impressionismo, quasi una sintesi di questi luminosi periodi e si ricollega alle più elevate tradizioni della pittura napoletana del secolo scorso

[…] Davanti alle sue opere si ha la certezza di trovarsi davanti ad un maestro del colore. Egli non impasta sulla tavolozza ma sulla tela mentre dipinge. Le sue opere sono ricche di materia e si avverte nei susseguenti passaggi di toni, che non si ripetono mai, una limpidezza di pennellata, una sicurezza, una freschezza che stupisce […] Altro motivo di ammirazione è il gusto del particolare veramente sentito, frutto di sicuro e sapiente tocco, non nato da scolastica pedanteria: Miraglia da ottimo ottocentista ci presenta soggetti che sono di famiglia.” (Domenico Maggiore).
Miraglia è autodidatta (anche se successivamente sarà insignito del titolo di accademico d’onore dall’Accademia di Belle Arti di Napoli), ma sente forte la magia dell’Impressionismo francese e l’influenza dei pittori Antonio Mancini e Vincenzo Irolli, con cui condivide il gusto per l’impasto pittorico corposo e materico. Proprio con Vincenzo Irolli, che considererà sempre suo grande maestro, stringerà una sincera amicizia e da lui imparerà a raggrumare e concentrare il colore nelle pennellate e nei colpi di spatola e a creare la luce con accostamenti di macchie di colore.

Ermogene Miraglia

Anche nel caso del dipinto presentato in questa sede, l’influenza che Irolli esercita su Miraglia è evidente: infatti, il tema della pesca miracolosa deriva da un precedente eseguito dal maestro napoletano, “La pesca fortunata”, apparso sul mercato nel 2004. Miraglia sembra riprendere la figura del giovane pescatore, dipinto da Irolli, intento a frugare nella cesta di vimini, cavandone un’abbondante raccolta ittica.
La versione che realizza Miraglia è, certamente, da inserire in quella parte della sua produzione nella quale illustra scene caratteristiche che si svolgono nei quartieri popolari di Napoli, città natale del pittore. La scena si svolge in un basso fondo oscuro ed umido della vecchia Napoli. Il ragazzino, probabilmente dopo una lunga giornata in mare, dispone a terra il pescato per compiacersi dell’abbondanza. Seguendo il modello ispiratogli da Irolli, Miraglia ha fermato un attimo di vita quotidiana e, ciò che attrae, oltre alla bellezza ed armonia di colori, sono qualità interiori di sentimento, di pensiero e di stati d’animo che il dipinto lascia trasparire. La sua pittura è una pittura istintiva, in quanto, pur conservando i caratteri tradizionali della pittura italiana in genere e napoletana in particolare, è personalissima per la tecnica e il contenuto allo stesso tempo, per cui si stacca da quella dei suoi maestri e dei suoi coetanei.