Project Description

Corinna Modigliani (Roma 1871 – 1959), Maternità

Trittico di tavole dipinte di cm 18,5 x 34 firmato (Corinna Modigliani) e situato (Roma) in alto a sinistra.

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La ricostruzione del catalogo di Corinna Modigliani, cugina del più celebre Amedeo, è oggi complessa, poiché le sue opere, acquistate al tempo da privati, sono nella quasi totalità disperse, conservate in collezioni private e non pubblicate. Stando ai titoli e al poco che fino a ora è riemerso, prevale nella sua prima produzione una predilezione per le arti minori, quali miniature e, soprattutto, pitture su velluto, con soggetti legati al mondo floreale e animale, come testimoniato dalle opere presentate nelle prime occasioni espositive documentate quali, per esempio, la LXX Esposizione della Società amatori e cultori di belle arti (Roma, 1900) o la III Esposizione d’arte (Livorno, 1901).

A partire dai primissimi anni del secolo, tuttavia, Corinna iniziò a esporre anche dipinti; già nel 1900, difatti, partecipò con un’opera di soggetto sacro, La Madonna degli angeli all’Esposizione concorso V. Alinari (Firenze) e con diversi ritratti alla citata LXX edizione della Esposizione della Società amatori e cultori.

Da quel momento in poi, pur coltivando sia il paesaggio sia la natura morta, la pittrice privilegiò in particolare il genere del ritratto e i soggetti legati all’infanzia, con opere a olio o a pastello, caratterizzate da una tecnica vivace e una tavolozza di sperimentata abilità, destinate soprattutto alla committenza privata. È il caso, per l’appunto, di questo trittico di piccole tavole dipinte, un oggetto di arredo nel quale risulta evidente il ductus pittorico tipico della Modigliani, dato da rapidi tocchi di colore e da tenui sfumature cromatiche, consacrato al tema della maternità e dell’infanzia, incarnato dal gruppo centrale, composto da una mamma che tiene in braccio un bambino dalla veste candida.

Corinna Modigliani

Con la partecipazione nel 1911 all’Esposizione internazionale di Roma, dove presentò Sorrisi di bimbi, opera esemplificativa della sua ricca produzione dedicata al mondo dell’infanzia, si aprì per lei un periodo particolarmente intenso, che segnò, forse, l’apice della sua affermazione come pittrice.

Saltuariamente si dedicò anche all’incisione, specializzandosi nell’uso dell’acquaforte, tecnica appresa perfezionata da autodidatta, con cui realizzò paesaggi, figure e ritratti, resi mediante una serrata trama di segni, dall’accentuata vibrazione luminosa.