Project Description
Cesare Biscarra (Torino 1886 – 1943), Nudino
Scultura polimaterica, composta da un trono marmoreo e da una figura femminile bronzea, alta 72 cm e larga 32 firmata (CBiscarra) sulla base a destra.
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Sia il padre sia il nonno Giovanni Battista (1790-1851) furono noti pittori. Allievo dell’Accademia Albertina di Belle Arti ai corsi di Scultura di Odoardo Tabacchi e Giulio Monteverde, fu presente alle esposizioni del Circolo degli Artisti della città dal 1885 e della Società promotrice di Belle Arti dal 1891, ottenendo un notevole successo con il bronzetto “Prima midaja”, favorevolmente commentato da Leonardo Bistolfi, di cui frequentò l’atelier tra il 1899 e il 1900. È proprio in quest’ultimo anno che abbiamo la primissima attestazione di un “Nudino” di Biscarra: all’esposizione del Circolo degli Artisti, infatti, presenta «un nudino modellato con cura diligente» in terracotta dal titolo Diana. Non è possibile, a causa della mancanza di precise descrizioni, dire se si tratti di un modello per il marmo conservato presso il Museo Civico di Cuneo, né, in effetti, l’iconografia sembrerebbe rimandare ad una Diana, ma è una occorrenza espositiva importante perché permette di rintracciare quello che sembra essere l’avvio della riflessione sul tema del nudo femminile culminante, appunto, nel Nudino cuneese, nella celebre Medina e nell’opera qui presentata.
L’opera infatti è costruita sullo sviluppo di un motivo ascensionale: dal basamento, definito dal solido volume squadrato decorato ai lati con una coppia di creature mostruose alata che ricordano i lamassu assiri, il corpo della donna si erge quasi a proseguirlo, sino al vertice piramidale della mano che lascia, mollemente, cadere i capelli sciolti. I contrapposti delle braccia e delle gambe, la linea curvilinea e veloce che descrive la figura a clessidra, l’allungamento della posa, suggerito dalle mani e dalla posizione dei piedi, concorrono nella definizione di un prezioso documento della cultura figurativa di inizio secolo. Prove di indubbia tenuta formale che segnano, forse, uno dei punti di arrivo della produzione dello scultore che si svincola, in questi argomenti, dalla l’impasse di un verismo troppo aneddotico: come “Giuanin” e “Prima Medaja” rappresentano i capolavori della stagione naturalista, così Nudino e Medina lo sono nell’evoluzione verso un gusto più moderno e internazionale.