Project Description

Barbara Nahmad ( Milano 1967 ), Alla corda

Olio su tela di cm 130 x 110.

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«Ho cominciato a “sottrarre”, alla ricerca di una pulizia e di un’essenzialità di cui avevo bisogno: ho rinunciato allo smalto, che connotava la mia cifra artistica. Ho sottratto la pulizia del segno

[…]. Ho sottratto l’incisività della forma perfetta. Ho rarefatto i soggetti, ho alleggerito la tela, che era diventata ridondante. Ho reso però più complessa e articolata la scena, perché ora parto da vecchie riviste diffuse dallo Stato d’Israele negli anni ’50 per promuovere l’immigrazione di nuove famiglie.»

Diplomata all’Accademia di Brera, Barbara Nahmad insegna all’Accademia di Brera. Le sono state dedicate personali in Italia e all’estero (Slovenia, Olanda, Israele) e ha partecipato a importanti mostre collettive (“Sui generis”, “New reality painters”) al Pac, il Padiglione di Arte Contemporanea di Milano, e a Palazzo Reale (“Arte italiana 1968-2007”), sempre a Milano, oltre che alla XIV Quadriennale di Roma e alla 53a Biennale di Venezia. Ha scritto di lei, in “Art tomorrow”, Edward Lucie-Smith ed è annoverata nel catalogo degli Eccellenti pittori, curato dal critico Camillo Langone.

“L’ispirazione di Barbara Nahmad – ha scritto Cristiana Curti – proviene perlopiù dall’accurata selezione di fotografie sottratte da rotocalchi, da riviste, da stills da web o video. Questo metodo resiste ancora oggi. Dalla prima produzione che puntava sul colore scioccante della tela, preparata con estrema cura e resa con smalti vividi, in cui si inseriva con un segno potente la figura umana (perlopiù femminile), spesso nuda, dalla forte connotazione erotica per estrapolarne un particolare che ne inquadrasse non tanto la sensualità quanto la potenza infinita della materia di cui siamo composti, Barbara traspone più recentemente la nitida e perfetta violenza del suo pennello nei molti ritratti della serie delle icone sia dell’arte del passato, sia della storia politica, artistica, sociale con una netta predilezione per il periodo fra gli anni ’50 e ’60 del secolo scorso.”

Come ha scritto Margherita Fontanesi, con “Alla corda”, il dipinto presentato in questa sede, l’artista «lascia il bosco alle spalle di una bambina che gioca e che rappresenta un popolo in crescita come quello del giovane Stato di Israele, un popolo che, pur senza dimenticare, è disposto a lasciare dietro di sé la propria “selva oscura” per guardare avanti.»