Project Description

Ambito di Camillo Rusconi (Milano 1658 – Roma 1728) Testa di putto

Scultura in marmo di Carrara cm 23 x 17 x 15

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La scultura che qui si prende in esame, una delicata Testa di putto, proviene da una collezione privata e si deve considerare frammento di una composizione scultorea più articolata, probabilmente destinata all’apparato decorativo di una cappella gentilizia. Il volto lievemente inclinato e rivolto a sinistra del putto è incorniciato da una folta capigliatura di ricci poco voluminosi lavorati a masse contrapposte, che appaiono quasi schiacciati sulla fronte da una folata d’aria. Alcuni fori di trapano scandiscono e movimentano ulteriormente le morbide ciocche creando delicati effetti chiaroscurali. Questi elementi, uniti all’atteggiamento dello sguardo rivolto verso l’alto, suggeriscono la pertinente collocazione dell’opera, quella della testa di un putto reggi-festone, reggi-stemma o cornice, o ancora con funzione di mensola a sostegno di un gradino d’altare. A individuare tale destinazione contribuiscono soprattutto due fattori: il taglio netto del volume marmoreo nella parte occipitale, che indica la presenza di una parete retrostante su cui la testa di putto era posizionata, e quella lieve escrescenza irregolare sulla guancia sinistra segnata da un colpo di scalpello, da interpretare plausibilmente come la traccia di un panneggio che, avvolto alla spalla sinistra portata in alto, toccava in quel punto l’anatomia dell’infante. L’aspetto del volto, morbidamente modellato, con le guance mollemente cadenti e il mento piccolo, dichiarano una reinterpretazione settecentesca dei modelli classicisti di François Du Quesnoy, elevati ad exempla figurativi in scultura come in pittura per tutto il XVII secolo; il che suggerisce di ipotizzare per il nostro frammento scultoreo una datazione al secondo decennio del Settecento, e all’ambito romano in cui la produzione di manufatti di tale natura e di elevata qualità tecnica e stilistica era richiestissima dalla committenza pubblica e privata. Il riferimento formale più prossimo ci sembra quello della bottega del lombardo-ticinese Camillo Rusconi, sicuramente da ritenere il principale scultore attivo nell’Urbe nel primo quarto del XVIII secolo.

Ultimo allievo di Ercole Ferrata, presso il quale lavorò alcuni anni fino alla morte dello scultore nel 1686, e a sua volta primo maestro dello scultore Pietro Bracci, l’autore della Fontana di Trevi, Camillo Rusconi fu lodato dai suoi contemporanei per le sue qualità di raffinato plasticatore, evidenti soprattutto nella lavorazione dei bozzetti in terracotta, come quelli conservati in collezione Farsetti alla Ca’ d’Oro di Venezia e al Museo Nazionale di Palazzo di Venezia; si veda tra tutti il delicato putto che tenta di coprirsi interpretato come allegoria dell’Inverno, modello preparatorio per il gruppo delle Quattro Stagioni tradotto in marmo per il marchese Niccolò Maria Pallavicini (oggi Windsor Castle, Royal Collection). Soprattutto negli anni iniziali della sua carriera romana, Rusconi realizzò numerosi putti con analoghe caratteristiche formali – si vedano in tal senso la decorazione plastica di San Silvestro in Capite (1690) o i putti reggistemma del monumento a Raffaele Fabretti in Santa Maria sopra Minerva (1700) –, creando così alcuni prototipi di successo che furono riprodotti dalla sua bottega, frequentata dai massimi scultori del Settecento, quali Filippo della Valle e il già citato Pietro Bracci.