Project Description
Alessio Issupoff (Vjatka 1889 – Roma 1957), Paesaggio innevato
Olio su tavola di cm 45 x 78 firmato (Alessio Issupoff) in basso a sinistra
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«Antonio Mancini l’ha lodato con queste parole: “È un pittore che conosce la gioia e la potenza del colore”. Ma il colorista brillante è anche, dovunque egli vada, un osservatore e descrittore vivace di costumi e caratteri locali, nei tipi, nelle scene, negli stessi paesaggi. E la natura piacevole di questi soggetti caratteristici in cui egli esercita la sua sensibilità pittorica non è l’ultima ragione delle simpatie che Issupoff sa guadagnarsi. Nelle sue mostre c’è sempre un viaggio da fare e un paese da scoprire. Le impressioni che egli serba del suo paese ritornano nei nuovi quadri con maggiore ricchezza di motivi e ampiezza di svolgimenti: lande brumose, i fiumi che solcano, gelidi e cupi, la campagna bianca di neve, betulle che ricamano le loro frappe argentate tra veli di nebbia, e cavalli al pascolo, alla slitta, alla troika, all’aratro; quei villosi cavalli della steppa che Issupoff dipinge così bene.
Originario di Vjatka, nella Russia settentrionale, ma formatosi alla Scuola di Pittura, Scultura e Architettura di Mosca sotto la guida dei padri della pittura nazionale russa Valentin Serov e Konstantin Korovin, Issupoff predilige una pittura paesaggistica, che solo negli anni della maturità si aprirà anche ai ritratti. Gli accesi cromatismi e le evanescenze di luce, cifre stilistiche della pennellata di Issupoff riscontrabili anche in questo paesaggio innevato, ne suggeriscono la vicinanza a quel naturalismo-impressionismo russo di derivazione francese cui facevano capo nomi come Isaak Levitan, Valentin Serov e Filipp Maliavine.
In particolar modo, l’opera qui presentata, databile agli anni Venti, costituisce una prova tangibile della pennellata mossa e instabile, caratterizzata da una rapidità e da un’accensione cromatica inconfondibili, tipici del ductus pittorico del pittore russo, trasferitosi definitivamente in Italia nel 1926. I paesaggi innevati della sua terra fanno gola ai collezionisti europei: la pennellata spesso sfaldata e di matrice sicuramente impressionista, velocissima nella definizione delle di violente macchie di colore, come appare ben visibile nel paesaggio qui presentato, affascina ancora oggi per il potenziale cromatico e luministico.