Project Description

Alberto Ziveri (Roma 1908 –1990), Scorcio romano da via di San Teodoro

Olio su tela di cm 62 x 68 firmato (A Ziveri) in basso a destra, databile al 1937 circa, autenticato presso l’Archivio della Scuola Romana, curato da Netta Vespignani.

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Provenienza: Galleria Claudio Gasparrini; coll. privata, Roma.

“Il realismo di Ziveri non si è mai sottoposto a vane astrazioni né a polemiche politiche. È poesia della realtà quella di Ziveri, non cronaca della realtà”. Così scriveva Romeo Lucchese nel 1952 a proposito del dipingere dell’artista. Dopo il debutto a soli vent’anni all’Esposizione di Belle Arti, Ziveri nel 1933 espone alla Galleria Sabatello di Via del Babuino a Roma, insieme a Pericle Fazzini, ottenendo un discreto successo di critica. Nel 1934 Ziveri matura una poetica personale, trovando nel tonalismo la sua strada. Influenzato dalla pittura di Piero della Francesca, che Roberto Longhi in quegli anni aveva riportato all’attenzione della critica, l’artista si dedica alla ricerca di una profonda dimensione spirituale e di un nuovo senso plastico, inteso come conquista del senso spaziale e della luce.

 

Alberto Ziveri

Nel 1937 Ziveri decide di intraprendere un viaggio a Parigi, in occasione dell’Esposizione Internazionale, che lo porterà poi anche in Belgio e in Olanda. Sarà un’esperienza fondamentale, che produrrà nella sua pittura un profondo cambiamento, come lui stesso ricorderà nelle sue memorie: “in Belgio e in Olanda ho imparato molto, non solo da Rembrandt e Vermeer ma anche da tutti quegli artisti olandesi e fiamminghi a torto considerati ‘minori’ che vanno a fondo della realtà nel loro mestiere”. Tornato in una Roma con la guerra alle porte, fonte di ispirazione per le sue vedute urbane diventano soprattutto le aiuole e il mercato di Piazza Vittorio, a due passi dalla sua casa in via Conte Verde. In questi scorci di una Roma di fine anni Trenta, Ziveri fonda la sua poetica su un “nuovo realismo”, come ebbe a scrivere Guzzi, suo compagno d’avventura.

Proprio a questo nuovo realismo può essere ricondotto questo scorcio romano, databile al 1937 circa, ripreso da via di San Teodoro, prima delle demolizioni e degli sventramenti del regime fascista. Nello scorcio di paesaggio urbano, costruito attraverso un ductus pastoso e terroso, si intravede, al di là dei caseggiati medievali, il profilo del Vittoriano, mentre in primo piano le ombre proiettate sull’asfalto, sul quale giace un’automobile, rimandano alla sironiana malinconica inquietudine di una metropoli condannata a una profonda mutazione.