Project Description

Affiliati Peducci/Savini (Matteo Peducci, 1980/ Mattia Savini, 1982) Fragile

Marmo statuario di cm: h40 x 14 x 37,5.

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«La tecnica della lavorazione del marmo ci ha permesso di sviluppare una forma mentis che si è dimostrata adatta all’indagine scientifica. La lavorazione della scultura in senso classico prevede un metodo rigoroso e l’unione tra questa tecnica e la curiosità per i processi creativi ci ha permesso di sviluppare nuovi approcci e metodi di ricerca. Siamo partiti dall’indagine della forma per passare, in un momento successivo, a un’indagine volta a esplorare l’interno della materia, la sua struttura e i suoi comportamenti. Questo ci ha permesso di formulare una nuova consapevolezza: l’esterno e l’interno della materia sono due facce della stessa medaglia; la forma della materia è l’estetica della sua energia interna. Dall’estetica alla scienza, dalla forma alla natura. Ogni progetto artistico che realizziamo ci permette di aggiungere un tassello importante, un risultato permanente di quella che inizialmente era soltanto un’intuizione.» Come ha notato Valentina Gregori, gli Affiliati Peducci/Savini non sono semplicemente due scultori, essi sono soprattutto un luogo, una ex cava di pietra rosa dove vivono e lavorano. In questo luogo si fa della scultura una scienza, spostando continuamente il punto di vista ereditato dalla tradizione. Un viaggio a ritroso teso al rinnovamento e sconvolgimento delle nozioni date, raggiungendo un effetto di straniamento dell’opera d’arte: dall’estetica alla scienza, dalla forma alla natura.

Un approccio alla pratica scultorea che appare evidente nell’opera presentata in questa sede, un capolavoro di virtuosismo nell’impiego della materia prima, il marmo bianco di Carrara, lavorato per renderne l’epidermide, il suo potenziale tattile, affine a quella del cartone, dando vita ad un raccoglitore che assurge a sublime trompe l’oeil, in un gioco ottico reso possibile dall’assoluta padronanza dei mezzi compositivi.

Matteo Peducci nasce in Umbria nel 1980 e Mattia Savini in Toscana nel 1982. I due scultori si conoscono durante gli studi all’Accademia di Belle Arti di Carrara; da qui un indissolubile sodalizio fondato su interrogativi comuni e medesime visioni dell’arte. Dal 2007 al 2010 l’importante lavoro in Thailandia che vede la realizzazione di tre monumenti: due per il parco sculture della Mahidol University e l’altro in onore della Principessa della Thailandia. Contemporaneamente al lavoro in Thailandia, dal 2008 i due artisti sono impegnati in numerose mostre e fiere internazionali come la Kunst Zurich Art Fair e la Preview Berlin Art Fair. Dal 2013 conducono ricerche sulla galvanoplastica sviluppando il metodo della Elettroscultura. Sempre nel 2013 trasferiscono il loro laboratorio da Carrara ad Assisi dove iniziano a gettare le basi per la realizzazione di una vera e propria scuola, recuperando tutte quelle tecniche e modalità che li vedono oggi come i detentori di un sapere ormai perduto. Risalgono al 2014 le ricerche sui processi di geopolimerizzazione e la stretta collaborazione con istituti universitari, tutt’oggi in vigore. Nel 2017 i due artisti, annoverati nella guida ai 222 giovani artisti emergenti sui quali investire, recentemente pubblicata da Exibart, danno vita al progetto artistico intitolato “Effetto Casimir”: un nuovo lavoro sulla scultura che si fa interprete degli studi scientifici di Hendrik Casimir in materia di energia quantistica.