
Ettore Ximenes
(Palermo 1855 – Roma 1926)
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XIMENES Ettore, scultore e pittore (Palermo 1855 – Roma 1926). Si forma sotto la guida del padre Antonio, scultore e miniaturista, poi frequenta a Palermo le scuole tecniche, finite le quali studia disegno con Pietro Volpes e, contemporaneamente, scultura all’Accademia di Belle Arti della Martorana con Nunzio Morello.
Nel 1872 si trasferisce a Napoli, dove prende in affitto uno studio nell’ex monastero di Sant’Andrea delle Dame, insieme ad altri artisti fra i quali Vincenzo Gemito ed Antonio Mancini ed intanto studia disegno con Domenico Morelli e scultura con Stanislao Lista. La vicinanza di Gemito lo porta verso una scultura incentrata su uno spiccato realismo.
Vinto il Pensionato nazionale per la scultura, si trasferisce nel 1875 a Firenze, dove dipinge alcuni ambienti della sua casa ed espone nella Galleria Lega-Borrani a Palazzo Ferroni sia sculture che dipinti.
La conoscenza delle opere del Quattrocento toscano (specie Donatello ed il primo Michelangelo) determina in Ximenes l’abbandono graduale della ricerca in senso verista per avvicinarsi a moduli neorinascimentali che lo faranno precocemente approdare ad uno stile Liberty.
Nel 1876, assieme al fratello Edoardo, fonda la rivista “Il bollente Achille”, le cui caricature provocatore gli fruttano un breve esilio a Livorno.
Nel 1877 espone a Napoli la scultura L’equilibrio, opera più volte replicata, che riproposta all’Esposizione Universale di Parigi del 1878 gli procura la medaglia d’oro.
Dal 1884 al 1893 è docente di scultura presso l’Accademia di Belle Arti ad Urbino. In questa città affresca le sale del circolo Barocci, da lui fondato e decora alcuni ambienti di Villa Tortorina (Marina e Le cascine) con motivi vicini ai temi del Naturalismo toscano.
Nel 1894 si stabilisce definitivamente a Roma e nello stesso anno invia il dipinto Il filo della vita alla Triennale di Milano. Al 1895 risale la famosa scultura bronzea Rinascita che, ripresentata all’Esposizione di Parigi del 1900, viene premiata on un’altra medaglia d’oro.
Diventa uno dei personaggi emergenti dell’ambiente artistico romano, mentre con la sua attività di scultore si va imponendo in campo internazionale. Grande successo riscuote poi la decorazione plastica e pittorica da lui eseguita nella sua casa romana, il villino liberty di piazza Galeno (1897 – 1905). Viene nominato Accademico di merito dall’Accademia di San Luca , nonché membro della Commissione Superiore di Belle Arti.
Collaboratore della “Illustrazione Italiana” sin dai tempi del soggiorno fiorentino, segue, per incarico della stessa, tra il 1894 ed 1896, le vicende belliche in Etiopia, realizzando numerose tavole acquerellate e paesaggi ad olio.
Risulta vincitore, dopo varie peripezie, del concorso per La Quadriga del Palazzo di Giustizia di Roma.
Partecipa con sei opere, tra cui il marmo Ecce Mater alla Biennale di Venezia del 1905 ed è pure presente con tre ritratti a quella del 1909.
Da questo momento comincia per l’artista un’altra fase di viaggi extraeuropei: va a Rio della Plata e subito dopo a New York, dove realizza il monumento a Giovanni da Verazzano per il Memorial Battery Park, quindi in Russia allo scopo di partecipare al concorso internazionale (poi vinto) poer un Monumento ad Alessandro II a Kiev.
Tra il 1913 ed il 1920 lavora a Parma con l’architetto Lamberto Cubani, al gigantesco monumento a Giuseppe Verdi. Quest’opera, elaboratissima, è oggi quasi completamente distrutta. Già danneggiata dai bombardamenti del secondo conflitto mondiale, fu poi smantellata
inspiegabilmente nel 1946. Ne resta solo la parte centrale collocata presso il Palazzo della Pilotta.
Biografia a cura di Maurizio Berri
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