Cesare Pascarella
(Roma 1858 – Roma 1940)
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Parametri di valutazione delle opere di Cesare Pascarella
Aggiudicazione record:
1.100 euro per un olio su tela di cm 18 x 12 nel 2010
Valori medi per dipinti ad olio:
300 – 1.000 euro
Valori medi per opere su carta:
200 – 500 euro
PASCARELLA Cesare, poeta e pittore (Roma 1858 – 1940). Il carattere ribelle e avventuroso si manifesta sin da ragazzino, fuggendo a dodici anni dal seminario dove i genitori lo avevano destinato. Fatti gli studi medi all’Apollinare, scuola rionale a due passi da piazza Navona, si iscrive all’Istituto di Belle Arti che peraltro frequenta in modo discontinuo. La formazione artistica verrà completata poi nella pittoresca Accademia di Giggi e, soprattutto, nelle quotidiane serate passate con Coleman, Carlandi e Ferrari nella fumosa saletta Omnibus del Caffè Greco, dove si tirava a tardi giocando con le carte o a boccette e disquisendo di arte e politica.
Sono questi gli anni che vedono gli inizi del grande poeta romanesco, ma anche gli esordi di un potenziale grande pittore.
Le sue pur buone qualità di pittore, ed in special modo di caricaturista, sono ben presto sopraffatte dalle eccelse qualità di poeta dialettale ed il successo che ottiene come scrittore offusca i valori della sua arte pittorica. Lui stesso cerca di fondere e compendiare tali predisposizioni accompagnando spesso i suoi sonetti con schizzi o scenette umoristiche, come fa con le illustrazioni del Morto de campagna.
Spirito arguto, camminatore infaticabile, grande organizzatore di scherzi è la vera anima goliardica del Gruppo dei XXV, cooptato dai fondatori nel verbale redatto il giorno stesso (24 maggio 1904) fra i tavoli del “Pozzo di San Patrizio” con il nomignolo di “scimpanzé” che la dice lunga sulla sua vena…burlonesca.
Famosa è rimasta la scommessa fatta con Diego Angeli al Caffè Greco, in una calda serata di noia (15 giugno 1895), su chi per primo fosse stato capace di raggiungere a piedi Venezia. Senza frapporre il minimo indugio, allo scoccare della mezzanotte, i due amici – forse un po’ su di giri per le abbondanti libagioni – partirono da via Condotti, come per una normale passeggiata, che vide 27 giorni dopo (12 luglio) Pascarella arrivare fischiettando con l’inseparabile pipa nel taschino e la borsa a tracolla, a piazza San marco a Venezia (il povero Angeli si era dovuto fermare dopo soli… 400 chilometri a Bologna, per un insopportabile gonfiore ai piedi).
E’ uno dei più forti animalisti dei XXV, ritraendo specialmente gli animali più umili ed in particolare gli asinelli. Ad Emile Zola che una sera del 1895 di passaggio a Roma domanda a Pascarella se per caso sia anche pittore, risponde pronto:”Pittore sì, ma di asini”. D’altra parte soleva ripetere “che lui pe’li somari è un gran pittore” anche perché “i somari sono modelli impagabili, Se si facessero pagare non sarebbero più somari ma uomini…”.
Il suo capolavoro resta comunque La Scoperta dell’America, vero poema dell’anima romana, edito nel 1894.
Biografia a cura di Maurizio Berri
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