Cesare Maccari

(Siena 1840 – Roma 1919)

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Parametri di valutazione delle opere di Cesare Maccari

Aggiudicazione record:
51.084 euro per un olio su tela di cm 206 x 114 nel 2003

Valori medi per dipinti ad olio:
1.000 – 5.000 euro 

Valori medi per opere su carta:
500 – 2.000 euro 

MACCARI Cesare, pittore (Siena 1840 – Roma 1919). Allievo dello scultore Vestri, si iscrisse poi all’Accademia Senese di Belle Arti (1855). Impegnato a studiare scultura entra nello studio del Sarocchi, fino a quando Luigi Mussini, notandone le incompiute potenzialità, lo convince a dedicarsi alla pittura. Dal maestro, durante i sette anni di corso, apprende i segreti della tecnica purista che gli valgono nel 1863 il premio per il dipinto Leonardo che ritrae la Gioconda. Il successo del dipinto gli procura una subitanea notorietà a Siena, tanto che il marchese Nerli gli commissione la decorazione della cappella della sua dimora a Quinciano.
Nel 1866 vince il pensionato Biringucci (con il quadro Gli ultimi momenti di Lorenzo il Magnifico), grazie al quale può recarsi per studio in Umbria prima e poi a Roma e Firenze (1868) da dove invia a Siena, come saggio conclusivo del pensionato Vittoria Colonna che medita su un madrigale di Michelangelo.
Stabilitosi a Roma affresca la chiesa del SS: Sudario, di proprietà reale, su incarico del rettore del capitolo Piemontese. Lavora molto per mercanti italiani e stranieri (tra i quali il celebre Goupil) con piacevoli quadri di genere in bilico tra il realismo romantico del Morelli e il ricercato virtuosismo del Fortuny.

Nel 1878 è presente all’Esposizione Universale di Parigi con l’affresco Deposition du Pape Silvère, riproposto con una versione ad olio all’Esposizione Nazionale di Torino del 1880.
Da questo momento iniziano le grandi commissioni pubbliche. Nel 1880 vince il concorso bandito dal Ministero della Pubblica Istruzione per affrescare il Salone di rappresentanza del Senato, battendo di misura Cesare Mariani che, pochi anni prima, aveva vinto la commissione per affrescare sempre a Roma il Palazzo delle Finanze. Sulle pareti Maccari dipinge (1882-1888) alcuni degli episodi che avevano reso famoso il Senato dell’antica Roma (Le storie di Appio Claudio, di Marco Papirio e di Curio Dentato, nonché Cicerone mentre pronuncia la requisitoria contro Catilina).
Nel 1884 riceve poi dal Comune di Siena l’incarico di affrescare due episodi sulle pareti della Sala Monumentale Vittorio Emanuele II nel Palazzo Pubblico. Gli episodi prescelti per Maccari sono Vittorio Emanuele II riceve in Firenze il plebiscito dei Romani e Il trasporto della salma di Vittorio Emanuele II al Pantheon (che sostituisce la primitiva figura equestre del re che non era piaciuta al pittore), e vengono eseguiti tra il 1885 ed il 1887.
Seguono gli affreschi per l’aula magna di Palazzo di Giustizia (1900-1909), con le storie di Giustiniano
Dal 1888 al 1895 lavora anche alla decorazione della cupola del Santuario di Loreto e, fino al 1907, ai quattordici episodi del tamburo.

Biografia a cura di Maurizio Berri

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