Amleto Cataldi
(Napoli 1882 – Roma 1930)
valutazione, vendita e acquisto sculture
Parametri di valutazione delle sculture di Amleto Cataldi
Valori per sculture monumentali in bronzo e marmo:
20.000 / 60.000 euro
Valori per sculture di dimensione media in bronzo e marmo:
3.000 – 10.000 euro
Valori medi per piccole sculture in bronzo e marmo:
1.000 – 3.000 euro
Cataldi Amleto ( Napoli 1882 – Roma 1930 ), imparò l’arte della scultura dal padre, con il quale aprì un piccolo negozio a Roma. Nel 1907 vinse la cattedra di plastica ornamentale nell’Istituto San Michele a Roma. A partire dal 1910 / 1911 si fece conoscere per la produzione di nudi femminili, molto apprezzati per l’eleganza dei corpi ispirati al classicismo greco unito ad un decorativismo di gusto Liberty, come la fanciulla con anfora che orna una fontana a scogliera di Villa Borghese, sulla destra della Casina Valadier, o come la danzatrice velata del foyer del Teatro Politeama di Palermo.
Autore di numerosi monumenti pubblici, sua è una delle quattro vittorie alate in bronzo delle testate del Ponte Vittorio Emanuele II di Roma, e anche alcuni gruppi di atleti per lo stadio nazionale. Nel marzo del 1929 gli fu affidato l’incarico di realizzare nel quartiere Nomentano, tra via Carlo Fea e viale XXI Aprile, il monumento ai finanzieri caduti per la Patria durante la prima guerra mondiale, realizzato in blocchi di peperino di Viterbo e ornato da statue bronzee. Ancora del 1929 è il monumento a Luigi – meglio conosciuto come Giggi – Zanazzo, scrittore, poeta e studioso della cultura popolare romana.
Intensa è stata la sua presenza alle maggiori esposizioni del suo tempo (giovanissimo, nel 1904, aveva visto accogliere una delle sue opere all’esposizione mondiale di Saint-Louis). Oltre che alle Biennali veneziane tra il 1909 e il 1930 (Catal., 1909, p. 66; 1910, ill. 137; 1914, pp. 65, 95; 1920, pp. 56, 69, ill. 111; 1921, ill. 31; 1924, ill. 40; 1926, pp. 101, 122, ill. 37; 1928, p. 112; 1930,ill. 133), esibì i suoi lavori, in mostre personali e collettive, a Roma (“Secessione”,prima Biennale romana, ecc.), a Milano, Torino, Monaco, Bruxelles, Londra, Barcellona, Buenos Aires, e infine più volte a Parigi, dove nel 1923 una giuria francese, di cui era membro Rodin, ne aveva premiato l’arte “per la sua espressione viva, mai disgiunta da ritmica armonia” (Scarpa, 1951).
Alle esposizioni, le statue di Cataldi furono acquistate dai musei: alcune figurano tuttora a Roma, presso la Galleria comunale di arte moderna e in Campidoglio (Carducci, la Portatrice d’acqua), e presso la Galleria nazionale di arte moderna (una figura femminile o Pagina triste);altre erano in mostra permanente presso analoghi musei di Venezia, Palermo, Lussemburgo, Parigi (Sapori, 1949). Sempre a Parigi, dove nell’anno 1923 aveva raccolto un vero trionfo con la Medusa acquistata per il Petit-Palais, e nel 1925 aveva decorato con quattro statue fluviali il padiglione italiano alla Mostra internazionale di arti decorative, scolpì un Leonardo da Vinci per il giardino delle Tuileries.
Nell’ultimo periodo della sua attività si allineò alle esigenze celebrative dell’arte del regime.
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